Se cattedra e lavagna oramai sono da abbandonare visto che il ministero dell’Istruzione deve smaltire i precari della scuola, allora meglio togliersi dalla testa di fare il professore? L’alternativa è fare il medico, il cuoco o ancora il consulente.
L’offerta negi anni in effetti è cambiata e la difficoltà è quella di trovare specialisti e persone competenti in un settore specifico. I lavori del futuro quindi, anche nel paese delle Lettere e della Cultura, non riguardano l’insegnamento, ma la medicina, la cucina, l’economia.
I dati Unioncamere (2010) raccontano un’Italia in cui i posti di lavoro disponibili sono pochi: lo scorso anno erano previste 20 assunzioni di vigili del fuoco, 10 di dirigenti scolastici, 600 di insegnanti elementari e 670 di professori di scuola secondaria superiore.
Guardando al settore privato, scrive la Stampa, “i 7820 posti da sportellista bancario il tasso di difficoltà di reperimento è del 4,1%, per i 1280 posti da operatore per la ripresa e la produzione audio-video il tasso è dell’8,6% mentre per i 29.840 posti da contabile il tasso è comunque del 20,5%”.
I lavori più richiesti sono i seguenti: operatori delle piattaforme petrolifere, coreografi, presentatori televisivi, optometristi e interpreti e traduttori.