“Culattoni e lesbiche”, così il leghista presenta la mozione sui diritti dei gay, poi le scuse

Un consigliere provinciale della Lega in aula si pronuncia contro una mozione sui diritti dei gay parlando di “culattoni e lesbiche”, scoppia la polemica e lui si scusa: “Mi spiace, non avevo nessuna intenzione di offendere. Il tono era scherzoso, parlo spesso a braccio e ‘me piase dir qualche parola in veneto’. Il mio è lo stile dei leghisti come Gobbo e Gentilini”.

Così si giustifica Pietro Giovannoni – consigliere provinciale di Padova, nonché presidente del Consiglio comunale di Vigonza – di fronte alle reazioni suscitate dalle sue parole. E dalle pagine del Mattino di Padova promette che non succederà più: “Eviterò di usare questi termini, il mio era solo un modo di sintetizzare l’universo non eterosessuale. Ho amici nel Pd a Vigonza che riderebbero se pensassero che io avessi voluto mancare di rispetto a qualcuno”.

La mozione presentata da un consigliere del Pd non è passata (per centrodestra e Udc, “non è una priorità, meglio un documento che parli di tutte le forme di discriminazione”), ma la discussione ha scatenato la bufera. Nell’opposizione, un consigliere dell’Idv smorza i toni anche se non giustifica il collega del Carroccio: “Ha detto quelle parole senza enfasi – sottolinea Franco Nibale – Rimane però una cosa inaccettabile”.

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