Il “rovescio” della lista e “radio Falciani libera”: da Panatta al patron di Rds

Altri nomi escono dal calderone della lista Falciani. Dopo quelli di vip come Stefania Sandrelli e la figlia Amanda, “Lady Briatore” Elisabetta Gregoraci, gli stilisti Valentino e Renato Balestra, il gioielliere Gianni Bulgari, ecco quelli del tennista Claudio Panatta, fratello di Adriano, e di Eduardo Montefusco, l’imprenditore diventato famoso per aver trasformato Radio dimensione suono in uno dei network più ascoltati.

Tutte persone che dunque avevano occultato parte dei propri beni al fisco e si sono ritrovate nella famigerata lista, l’elenco dei clienti ceduto dal responsabile informatico dell’Istituto di credito Hervé Falciani, 38 anni, alle autorità francesi. Migliaia e migliaia di correntisti di mezzo mondo tra i quali ci sono, appunto, quasi 6mila nostri connazionali che hanno trasferito oltre confine oltre sei miliardi e nove milioni di dollari.

Claudio Panatta è meno noto del fratello Adriano, ma ha seguito la sua passione tennistica fino ad arrivare nella squadra di coppa Davis. Il suo nome è inserito nell’elenco acquisito dai pubblici ministeri capitolini Pier Filippo Laviani e Paolo Ielo. Proprio come Eduardo Montefusco, di Rds. Entrambi dovranno essere convocati per verificare se abbiano avuto accesso a possibili sanatorie.

Saranno invece gli eredi dello stilista Egon Von Furstenberg, morto all’ospedale Spallanzani nel 2004 dopo una vita dedicata alla moda, a dover dichiarare se il deposito sia ancora attivo ed indicare gli eventuali beneficiari. Chiarimenti saranno chiesti anche Claudio Cavazza, 77 anni, presidente dell’industria farmaceutica Sigma-Tau e vicepresidente di Farmindustria, nominato nel 1987 cavaliere del lavoro.

L’anno successivo la stessa onorificenza è stata assegnata al conte Giovanni Auletta Armenise, azionista della Banca Nazionale dell’Agricoltura di cui fu presidente fino al 1985: anche lui è titolare di un conto presso la Hsbc. Proprio come la nobildonna Maria Cristina Saint Just di Teulada.

Stefania Sandrelli aveva circa 400 mila euro e ha già consegnato la documentazione che prova la scelta di «scudare» la cifra. Adesso bisognerà verificare se sua figlia Amanda, a sua volta titolare di un conto, abbia preso la stessa decisione. Tre milioni di euro sono stati lasciati dal regista Sergio Leone e un importo identico risulta riconducibile a suo figlio Andrea.

Gli analisti della Guardia di Finanza dovranno adesso stabilire se si tratti di due depositi uguali o se invece ci sia stato un passaggio ereditario dopo la morte del maestro del cinema. I primi accertamenti hanno consentito di stabilire come la metà dei conti intestati agli italiani abbia un saldo pari a zero e questo ha fatto partire nuove verifiche su eventuali spostamenti in altre banche. Le prime stime assicurano infatti che soltanto un terzo degli intestatari avrebbe usufruito dello scudo fiscale.

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Alessandro Avico