Sciopero generale della Cgil il 25 giugno contro la manovra economica considerata “iniqua e sbagliata”. Lo ha proclamato il sindacato di Corso d’Italia, il cui comitato direttivo ha approvato all’unanimità il documento conclusivo presentato dal segretario generale Guglielmo Epifani.
Lo sciopero sarà di almeno quattro ore nel settore privato e di 24 ore nel settore pubblico, con manifestazioni regionali e territoriali. Il 25 sarà quindi un “venerdì nero”, almeno per quello che riguarda il trasporto pubblico.
Per sabato 12 giugno è, intanto, in programma la manifestazione nazionale, a Roma.
La manovra economica, dunque, divide ancora i sindacati, dai giudizi nel merito, allo sciopero generale deciso solo dalla Cgil. Che difende la sua posizione: “Siamo soli? In Europa tutti i sindacati protestano”, dice il leader Guglielmo Epifani: ‘Dove c’é una manovra che colpisce in maniera non equa i sindacati reagiscono. In Italia reagisce solo la Cgil, in Europa tutti”. Le audizioni in Commissione Bilancio, al Senato, sono state l’occasione per mettere direttamente a confronto le diverse opinioni dei leader sindacali.
Sullo sciopero è ancora il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ad attaccare la Cgil: “Scioperano solo il sindacato comunista portoghese e il sindacato comunista greco e si vede in quale situazione si trovano”, dice, indicando che la Cisl protesterà, su punti specifici come l’impatto sulla scuola, senza scioperi, con “i sindacati che non vogliono avere politici tra i piedi, mentre quel sindacato lo fa apposta solo per ospitare nelle piazze i politici”. Restano lontani i giudizi sul complesso della manovra. Per la Cgil, dice Epifani, “é evidente che ci vuole una correzione dei conti pubblici italiani, per la situazione internazionale, e perché alcune previsioni degli ultimi anni non si sono realizzate, né sulla spesa corrente né sul Pil”. Ma non andava fatta così: “Gli altri non fanno solo tagli ma anche stimoli allo sviluppo. E la nostra manovra è meno equa di quella che stanno facendo altri Paesi. Non sostiene lo sviluppo e non è equo: prende di più da chi ha di meno”.
La Cisl preferisce un “giudizio articolato”: bene la lotta all’evasione fiscale, il sostegno alla contrattazione di secondo livello, le misure per il Sud. Mentre, dice Bonanni, la Cisl non é “affatto d’accordo sulla scuola” e “sugli sprechi bisogna essere molto più drastici”. Quanto alla Uil, Luigi Angeletti ha ribadito un giudizio positivo per quanto “tende a ridurre evasione fiscali e costi della politica”, e le le preoccupazioni per l’impatto sul pubblico impiego: “Crediamo – ha detto il leader della Uil – che congelare la contrattazione non sia una buona politica”. Nel complesso il giudizio della Uil è positivo, ma “verrà ribaltato se, durante la discussione parlamentare, ci dovesse essere una marcia indietro sui tagli ai costi della politica. Per noi l’equità della manovra sta in questo, nelle misure su costi della politica ed evasione”, dice Angeletti. Mentre il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, i lavoratori pagano “sacrifici decisamente troppo grandi”: bisogna, chiede, “riequilibrare il peso della manovra in favore dello sviluppo, alleggerendo il carico sui dipendenti pubblici”.
L’attacco della Padania. Con un titolo in prima a tutta pagina (“La Cgil brucia 3 miliardi di Euro”) “La Padania” attacca il principale sindacato per le manifestazioni organizzate il 19 giugno con il Pd contro la manovra del governo ed il 25 con lo sciopero generale che “ci costerà un giorno di Pil”. “Se a questo – attacca il quotidiano – aggiungiamo lo sciopero del primo luglio della magistratura il quadro di chi vuole ridurci a fare la fine della Grecia è completo. Già, perché nella testa di queste persone – prosegue il fondo firmato da Igor Iezzi – c’é la voglia di bloccare il Paese, anzi portarlo al fallimento, addossando poi la colpa a questo Governo e contemporaneamente presentarsi come i salvatori”.