Un barcone con circa 300 persone a bordo, tra cui donne e bambini, è stato soccorso in mare. ”Lampedusa è in ginocchio, è distrutta” dice il Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo che ha chiesto a Berlusconi un Consiglio dei ministri straordinario per affrontare l’emergenza. Mercoledì il Governatore si incontrerà a Roma con Berlusconi ed è probabile che proprio quel giorno ci sia il consiglio dei ministri a cui, quando si tratta di Sicilia, il Governatore ha la possibilità di partecipare direttamente.
La proposta di Lombardo è di portare i nuovi arrivati direttamente su navi civili e militari per essere identificati ed avviati al rimpatrio o alla concessione dello status di rifugiato per chi ne avra’ i titoli. ”Su Lampdeusa non possono stare che gli ottocento uomini che puo’ accogliere con le strutture che ci sono ora”, ha spiegato. ”Le tendopoli le facciano pure in Val Padana e non solo in Sicilia, visto che siamo un Paese unito”, ha detto Lombardo al premier durante un’accorata telefonata .
BIMBI NATI IN MARE Nel corso della notte scorsa è arrivato a Linosa, la più piccola delle isole Pelagie, il barcone con 282 migranti, tra cui 12 bambini e 80 donne, partito quattro giorni fa dalla Libia. Sulla “carretta”, viaggiava anche la donna etiope di 26 anni che ha partorito durante la traversata un bimbo chiamato Yeabsera (dono di Dio ndr). E’ morto invece il bimbo di un’altra donna, incinta di tre mesi, che era sempre sul barcone. Il piccolo Yeabsera, che le donne di Lampedusa hanno ribattezzato “Angelo”, è stato trasferito in elicottero sabato sera insieme alla mamma e al papà, un giovane eritreo, nell’ospedale “Cervello” di Palermo.
NAPOLITANO Di fronte alle nuove ondate di immigrati, In Italia “ci sono ogni tanto delle posizioni, delle reazioni un po’ sbrigative a livello di opinione pubblica” alle quali non bisogna indulgere. Piuttosto bisogna ricordare il nostro passato di Paese numero uno in Europa per numero di emigranti e “governare” la nuova situazione che si è creata, anche se “non è semplice”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo a una domanda a margine della inaugurazione dello spazio espositivo “Industria Gallery” a New York.