ARONA – 300 mila euro: sarebbe questo, come riferito dal settimanale Oggi, il riscatto chiesto per la salma di Mike Bongiorno. I sequestratori avrebbero fatto arrivare la richiesta alla famiglia tramite il figlio Niccolò.
Secondo una ricostruzione di quanto accaduto, i malviventi, che nella notte del 24 gennaio hanno profanato la tomba di Mike nel cimitero di Dagnente (frazione di Arona), non sarebbero degli sprovveduti come coloro che dieci anni fa rubarono la salma di Enrico Cuccia. Chi ha rubato la salma sapeva benissimo come muoversi, sia all’interno del cimitero, sia nella disattivazione del sistema di sorveglianza e infine nella richiesta del riscatto.
Il contatto tra i sequestratori e la famiglia di Mike pare sia stato creato tramite un sacerdote vicino alla famiglia Bongiorno, una persona di cui potersi fidare e in un secondo momento attraverso la pubblicazione di annuncia velati su alcuni quotidiani svizzeri, dove sarebbe stata fatta espressa richiesta dei 300 mila euro.
A sorprendere, spiega Oggi, è la modalità su come questo denaro sarebbe dovuto finire nelle tasche dei rapitori. Chi doveva consegnare i soldi avrebbe dovuto farlo a bordo di un treno, prima di un cavalcavia segnalato, lanciando il pacco con i 300 mila euro in banconote di piccolo taglio fuori dal finestrino. Ma qualcosa è andato storto. Difficile sapere cosa sia successo ma una telefonata ha fatto saltare la consegna.