NOVARA – Estorsori sì, profanatori di tombe no. I due pregiudicati accusati di tentata estorsione, difesi dall’avvocato novarese Giuliano Prelli, avrebbero sostenuto di aver tentato il ‘colpaccio’ senza avere nulla a che fare con la banda che ha trafugato la salma di Mike Bongiorno.
In difficoltà economiche, avrebbero provato a far credere alla famiglia di avere la salma e in cambio della restituzione si sarebbero ‘accontentati’ di 200 mila euro. Ma nell’interrogatorio avrebbero sostenuto di non sapere nulla del trafugamento e di non far parte di alcuna banda.