Milano: il falso barbone e la pecora domestica. Storia vera a lieto fine

Sei del mattino, centro di Milano. C’è un uomo accasciato a terra, e ha tutta l’apparenza di un barbone. Vicino a lui una pecora, tenuta a guinzaglio. L’uomo, avvicinato da un passante dice solo “sick” che in inglese vuol dire: “sto male”.

Quella del “barbone e la pecora” sembra una storia uscita dalla penna di un romanziere fantasioso e invece è una storia realmente avvenuta, nella mattina del 24 agosto a Milano, e riportata integralmente dal Corriere della Sera.

Scartabellando tra gli oggetti del presunto barbone, in realtà, si scopre che l’uomo è un artista francese, si chiama Robert Raffaelli ed ha addirittura un sito internet personale per pubblicizzare le sue marionette artigianali. La pecora? Anche lei ha un nome, Tanka, ed è addomesticata.

Arrivano, con un certo ritardo, i soccorsi. E gli uomini del 118, racconta il Corriere, sembrano addirittura infastiditi: a loro Raffaelli sembra “solo” un barbone ubriaco, non ha nessun infarto, e per colpa sua non si sono potute soccorrere altre persone. Poi la scoperta: l’uomo soffre di un disturbo bipolare. Significa, detto in parole povere, che l’uomo incorre periodicamente in stati maniacali e depressivi e, occasionalmente soffre di deliri e allucinazioni.

Raffaelli è rimasto a Milano per colpa di un guasto alla sua automobile. Ai soccorritori racconta che, di notte, gli hanno anche rubato i soldi. Alla fine arriva anche uno dei figli dell’uomo che, dimesso, è tornato a Montecarlo insieme alla sua amata Tanka.

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Emiliano Condò