Milano, Expo 2015: sequestrata area di 300 mq per presenza di metalli tossici e diossina

Il sindaco di Milano Letizia Moratti

La Procura di Milano ha sequestrato un’area di 300.000 mq per irregolarita’ nelle bonifiche autorizzate dal Comune di Milano e per la presenza di metalli tossici e diossina. L’area, che si trova in zona Bisceglie, e’ stata recentemente indicata dall’amministrazione comunale per ospitare un progetto di riqualificazione in vista dell’Expo.

A richiedere il sequestro dell’area sono stati i pm di Milano, Paola Pirotta e il procuratore aggiunto Alfredo Robledo. I terreni non fanno parte di quelli che rientrano nel ‘perimetro’ dell’Expo, ma sono stati indicati dall’amministrazione comunale nell’ambito di un progetto di riqualificazione, in particolar modo dei parchi a ovest della citta’, in vista dell’esposizione universale del 2015. La societa’ Expo non risulta in alcun modo coinvolta. L’area e’ invece di proprieta’ della Antica Acqua Pia Marcia Spa, società del gruppo Caltagirone e della Torri Parchi Bisceglie Srl, le societa’ che nel 2009 hanno ricevuto l’autorizzazione dal comune a effettuare le operazioni di bonifica.

Sui terreni stavano cominciando lavori di costruzioni, bloccati dall’intervento della magistratura che ha rilevato che la falda acquifera sottostante e’ inquinata da metalli tossici, pesticidi, diossina, solventi e altre sostanze cancerogene. In particolare, stando all’indagine, i terreni, che sorgono nella zona dell’ex cava di Geminiano, sarebbero stati inquinati da rifiuti tossici buttati nella cava. Nell’inchiesta sono indagate alcune persone e vengono ipotizzati i reati di avvelenamento delle acque, omessa bonifica e gestione di discarica.

Pm: in area sequestrata quasi 2 milioni di rifiuti. Nell’area di circa 300 mila metri quadrati, sequestrata oggi a Milano, sono presenti circa un milione e 800 mila metri cubi di rifiuti, la maggior parte dei quali contenenti sostanze cancerogene. Il particolare emerge dal decreto di sequestro d’urgenza disposto dal pm di Milano Paola Pirotta e dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Nel decreto di sequestro, che dovra’ essere convalidato dal gip, gli inquirenti spiegano che nella ex cava di Geregnano sono sotterrati quasi 2 milioni di metri cubi di rifiuti, che solo in parte sono stati portati via nelle operazioni di bonifica. A quanto si e’ appreso, inoltre, in base ad una relazione dell’Asl le falde acquifere della zona sono inquinate con valori di sostanze tossiche che in alcuni casi superano il doppio del massimo limite consentito dalla legge.

Inoltre, il terreno sottostante risulta inquinato per circa 30 metri. Secondo quanto risulta dalle carte dell’inchiesta, in base a un piano approvato nel 2007 dall’amministrazione comunale, nella zona dovevano sorgere circa 1.300 appartamenti, uffici per 26 mila metri quadri e anche alcuni centri per bambini. A quanto si e’ appreso, nell’inchiesta sono indagati i rappresentanti delle societa’ private coinvolte nel progetto e anche alcuni funzionari pubblici che hanno rilasciato le autorizzazioni.

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