“Da noi non c’è posto”: dalla Sicilia al Veneto nessuno vuole i migranti

ROMA – L’Ue dice che ne arriveranno almeno un milione e mezzo, ma tra governatori e sindaci, nessuno (o quasi) li vuole in Italia. I migranti sono la maggiore preoccupazione di chi governa in Italia.

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha fatto una ricognizione in tutte le Regioni per individuare luoghi e aree da utilizzare per l’emergenza. Una nota riservata è stata inviata infatti due giorni fa ai prefetti perché segnalino ”alloggi disponibili, anche provvisori”. Le risposte non sono state proprio edificanti.

Il presidente della REGIONE SICILIANA, Raffaele Lombardo, evidenzia che ”ci sono altre regioni italiane dove l’integrazione è più semplice. Se arrivassero 300 mila persone non basterebbero ne’ il campo di Mineo né la tendopoli di Porto Empedocle”. Non mancano però anche territori nei quali si registrano manifestazioni di solidarietà e disponibilità all’accoglienza.

In BASILICATA il presidente Vito De Filippo dice che la Regione ”è pronta all’accoglienza e alla solidarieta”’ nei confronti dei profughi provenienti dalla Libia, ”e abbiamo messo in moto tutti gli uffici regionali per predisporre ogni soluzione possibile”.

”Siamo nel nostro mare ad assistere a tragedie e drammi umani e sociali, che fanno strage di democrazie e di diritti, e noi non possiamo stare ad ascoltare o a guardare. Con i nostri mezzi – conclde il governatore – siamo pronti a fare ciò che è necessario”. Sulla stessa linea il sindaco di Riace, Domenico Lucano, centro della Locride in cui sono stati accolti negli ultimi anni centinaia di immigrati.

”Siamo pronti e disponibili ancora una volta a dare il nostro contributo davanti al rischio di un nuovo esodo di esseri umani in fuga dalla guerra e dalla miseria”, afferma Lucano. Disponibilita’ ma anche necessita’ di un coordinamento con l’Unione Europea, viene richiesta dal presidente della REGIONE LIGURIA, Claudio Burlando, secondo il quale ”le iniziative delle Regioni per accogliere gli immigrati in fuga dal Nord Africa debbano avere una regia nazionale. Non possono essere lasciate alle decisioni dei singoli presidenti delle Regioni”.

Il presidente della Liguria spiega come anche questa Regione sia pronta a fare la sua parte, ma nel quadro di interventi coordinati a livello nazionale, e prima ancora con l’Unione Europea. ”E’ chiaro che l’Italia, ancorche’ terra di passaggio – conclude Burlando – e’ in prima linea ed e’ quindi la prima a doversi porre il problema”. Una chiusura totale arriva dalla PROVINCIA DI CUNEO: non ci sono strutture gestite dalla Provincia in grado di accogliere subito un numero massiccio di stranieri fuggiti dai paesi del Nord Africa in seguito alle rivolte, ha sostenuto la presidente, Gianna Gancia.

”Le uniche strutture di competenza dell’Ente che potrebbero essere valutate – prosegue Gancia – sarebbero le scuole che, allo stato, risultano impraticabili del modo piu’ assoluto”. Per questo, Gancia ha risposto in maniera negativa alla richiesta di fornire l’elenco delle strutture ricettive di emergenza disponibili immediatamente. No anche dalla Croce Rossa di Jesolo che nel suo centro ha ospitato immigrati e rifugiati sin dalla guerra di Jugoslavia del 1992. Il commissario, Annamaria Stefanelli, precisa: “non c’é nessun tipo di allarme o di pre-allarme che possa far pensare all’arrivo di profughi a Jesolo. Nessuno al momento ci ha chiesto nulla. Però va precisato che quello di Jesolo non è neppure più adatto ad essere centro di accoglienza Da due anni questo è diventato un centro per la formazione internazionale dei volontari della stessa Croce Rossa”.

Ma la preoccupazione fortissima non tocca solo il nord: il sindaco di Caltagirone, Francesco Pignataro, fa notare che l’arrivo dei migranti a Mineo sarebbe ”una vera bomba a orologeria” e dice per nulla garantito dalle dichiarazioni fatte dal ministro Maroni e dalle ipotesi risarcitorie avanzate dal governatore Raffaele Lombardo”.

Il governatore del VENETO, Luca Zaia, parla di ”comportamento scandaloso dell’Europa che ritiene che questo problema sia solo degli italiani”. Toni più pacati ma dal presidente della LOMBARDIA, Roberto Formigoni, che sottolinea la necessita’ che il tema ”si affrontato in modo unitario da Stato, Regioni e Ue”. Dal canto suo il governatore della REGIONE TOSCANA, Enrico Rossi, chiede ‘dignita” su tutta la vicenda libica e scrive su Facebook: ”Ieri mi auguravo che Berlusconi chiamasse Gheddafi. La telefonata l’ha fatta e Gheddafi ha rassicurato ‘l’amico Berlusconi che in Libia va tutto bene’: ma Berlusconi gli ha detto che davanti a piu’ di mille morti non e’ accettabile dire ‘va tutto bene’? Preoccupa di più il prezzo del gas e del petrolio o la vita delle persone? E che si fa per accogliere i profughi? Anche su questo un po’ di dignita’ non guasterebbe”.

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luiss_smorgana