Si chiude con un lieto fine la storia drammatica che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso per un’intera giornata. E’ stato ritrovato, intorno alla mezzanotte tra il 7 e l’8 giugno, il piccolo Luca Cioffi, il neonato rapito da una finta infermiera nell’ospedale di Nocera Inferiore, ad appena quattro ore di vita. Questa brutta storia si chiude con la gioia negli occhi del padre e della madre, con gli applausi della gente e di tutta Italia, stretta intorno a questa famiglia che ha vissuto un incubo. Si chiude ma rimane aperto uno spiraglio. Quello della donna che è stata trovata col bambino, Annarita Bonocore, un’infermiera di Napoli, che se l’è portato a casa, dove vive già con due figli e che probabilmente soffre di distrurbi pisichici. La domanda è: perché l’ha fatto? Lei si è chiusa nel silenzio. Le uniche parole che ha proferito in commissariato sono state: “Me l’hanno consegnato per accudirlo”. Una frase che potrebbe aprire scenari e possibilità inattese.
La gioia del padre. A dare la notizia del ritrovamento di Luca è stato il padre del piccolo, Fabio Cioffi. “Me lo stanno riportando qui in ospedale” ha detto ai giornalisti verso mezzanotte. Poi, dopo una lunga corsa per andare ad aspettare il figlioletto fuori dall’ospedale ha urlato di gioia: “Grazie a tutti, grazie a tutti”. Davanti a lui, un papà felice con le lacrime agli occhi dopo la fine di un incubo, una folla festosa, che ha applaudito alla notizia del ritrovamento. Una folla composta da amici, parenti, agenti e sanitari. Tutti in attesa di riabbracciare il piccolo Luca. Poi, verso mezzanotte e mezza, Luca arriva con un ambulanza all’ospedale “Umberto I”, dove era stato rapito circa 10 ore prima. Ad accoglierlo una folla festosa, che ha fatto un grandissimo applauso anche alle forze dell’ordine.
A dare il senso di un incubo che finisce è ancora il padre: “Stamattina – dice a caldo – ho avuto la gioia di diventare padre per la seconda volta; ora a mezzanotte e un quarto mi sento come se avessi avuto un terzo figlio”.
“Lui sta bene -ha detto Cioffi riferendosi al piccolo Luca – mia moglie si è ripresa e domani mattina potrà vederlo, perché adesso è nel nido. Grazie a tutta l’Italia che lavora”. L’uomo ha parlato anche della rapitrice: “Sì, potrei anche incontrarla – ha detto rispondendo ad una domanda – non so però se riuscirei ad essere come il Papa e a dire ‘Perche’ l’hai fatto?’. Comunque il passato è passato, passato”, ripete tre volte. “Mi dispiace per questa povera persona che evidentemente ha tanti altri problemi. Spero che quello che è accaduto oggi sia una lezione anche per lei. La cosa più brutta è proprio la sua mente delicata che l’ha portata a fare questo gesto”. Cioffi ha raccontato che sua moglie “ha pianto dopo la notizia del ritrovamento e ha continuato a tenere tra le mani immaginette di Gesù, di Padre Pio e non so di quanti altri santi. Non so quanti altri nomi dovremo dare a questo punto a mio figlio, ne avrà tanti…”. Cosa racconterà a Luca quando sarà grande? “Gli dirò che se si perde lo ritroveranno sicuramente: ormai lo conosce tutta l’Italia”. La conclusione del maresciallo della brigata Garibaldi è un ringraziamento rivolto a tutti: “mio figlio è nato due volte, grazie ai carabinieri, alla polizia, all’ospedale, ai miei colleghi qua e in Libano, ai miei amici e anche a tutti quelli che neppure mi conoscono e che oggi erano qui. Tutti mi hanno detto Fabio ce l’hai fatta”.
Il ritrovamento. Il neonato è stato ritrovato nell’abitazione di una infermiera dell’ospedale Cardarelli di Napoli, al civico 10 di via Arturo Petrosini. La polizia ha fermato la donna, Annarita Bonocore, 42 anni, e la figlia ventenne per concorso nel reato. Quest’ultima è stata rilasciata poco dopo. Bonocore è separata e vive con le sue due figlie.
E’ stato un medico dell’ospedale Umberto I di Nocera a consentire alla polizia di arrivare ad Annarita Bonocore. L’uomo conosceva la Bonocore e stava uscendo dall’ospedale quando l’ha incrociata, con un bambino in braccio. Al momento non ha fatto caso alla cosa ma quando è stato diffuso l’identikit della ‘falsa’ infermiera che aveva rapito un bimbo, ha riconosciuto nell’immagine Annarita Bonocore. A quel punto il medico ha immediatamente avvertito la polizia, che ha mostrato una foto della donna alla madre di Luca, che a sua volta ha riconosciuto l’infermiera. Venti minuti dopo il ricoscimento è scattato il blitz degli uomini della squadra mobile e del Servizio operativo centrale. Nell’appartamento, gli agenti hanno subito immobilizzato la donna e hanno trovato il bambino in un lettino, dove era stato accudito dalla Bonocore.
“Avevamo una traccia precisa – afferma il questore di Salerno, Vincenzo Roca – e abbiamo seguito una sola pista. La donna fermata ha una sofferenza psicologica e il bimbo è stato ritrovato in una casa di Nocera Inferiore in ottime condizioni”.
“Ha agito da sola in ospedale – ha aggiunto – ma stiamo verificando altre situazioni”, eventuali coinvolgimenti di altre persone. La donna “aveva esperienza in materia sanitaria – ha aggiunto – e questo era chiaro da come si è comportata nella stanza della mamma. Una serie di dettagli ci hanno fatto capire che sapeva muoversi in un reparto maternita”. Il questore ha sottolineato il valore della sinergia tra tutte le forze dell’ordine messe in campo nel corso delle ricerche e l’importanza dell’intuizione avuta sulla pista giusta. “Abbiamo ottenuto un risultato in pochissimo tempo”.
Poi sulla rapitrice il questore ha aggiunto: ‘Ha accudito bene il neonato rapito, aveva anche del latte in polvere da dargli. Del resto la donna aveva esperienza anche come madre di due figli”.
Ripercorriamo le tappe della vicenda. La gioia immensa di diventare genitori e poi, nel giro di pochissimo, il dramma del figlio appena nato che qualcuno ha portato via. L’angoscia ha spazzato via repentinamente la felicità di Fabio Cioffi, maresciallo dell’Esercito appena tornato da una missione in Libano, della moglie Annalisa Fortunato, ragioniera: hanno toccato l’inferno con mano quando alle 14 una sconosciuta ha portato via il loro Luca, tre ore dopo la nascita dall’ospedale di Nocera Inferiore, nel Salernitano.
Da quando è scattato l’allarme è partita una caccia all’uomo da parte delle forze dell’ordine. Una nota di ricerca é stata impartita con un’indicazione chiara: trovare un’auto con due donne a bordo. Qualcuno ha riferito di aver visto una donna con un bimbo piccolissimo prendere il treno e dirigersi verso sud. Insomma, tante e confuse le testimonianze subito dopo il fatto. Qualcuno ha detto che si trattava di donne di etnia rom ma in serata un identikit della rapitrice diffuso a tutte le forze dell’ordine e su tutto il territorio nazionale ha fatto chiarezza: età 35-40 anni, altezza 1,60, capelli castano raccolti dietro, carnagione olivastra, né chiara né scura, occhi chiari di colore marrone, naso piccolo arrotondato, indossava occhiali da vista, una camicia e un pantalone di infermiere, scarpe sportive di colore bianco con la scritta Nike di colore rosa sul tallone. Nazionalità italiana e lo si sa perché ha scambiato parole con la mamma e con la nonna del bambino e ha dimostrato di conoscere bene la lingua.
La rapitrice ha approfittato della confusione dell’orario di visite ma evidentemente sapeva come muoversi nei locali dell’ospedale. Ha indossato un camice bianco che poi è stato ritrovato all’esterno del pronto soccorso. La falsa infermiera si è poi rivolta alla madre dicendole di stare tranquilla e che avrebbe portato il neonato al nido per degli accertamenti. Poi si è spostata in una stanza che si trova proprio di fronte al reparto di degenza e infine ha fatto perdere le sue tracce forse utilizzando un montacarichi. Luca era nato alle 11, dopo circa tre ore di vita è stato rapito. Un parto normale che aveva fatto la felicità dei neo genitori.
Il padre al momento del sequestro si trovava a casa per accudire il primo figlio della coppia, un bimbo di due anni. Ad identificare la donna non potranno essere, come si era sperato in un primo momento, le telecamere dell’ospedale Umberto I: sono infatti fuori uso da diverso tempo come ha confidato il direttore amministrativo, Maurizio D’Ambrosio. Ma qualche indicazione utile potrebbe essere fornita dalle immagine registrate dalle telecamere collocate lungo le strade nelle vicinanze dell’ospedale.
Il capo della Polizia, Antonio Manganelli, ha disposto l’invio degli ispettori dello Sco per coadiuvare le indagini della Polizia. Sono stati sentiti medici, infermieri e pazienti. In serata si è tenuto un summit investigativo nella sede del commissariato. Gli investigatori hanno anche ascoltato le tre guardie giurate dell’ospedale che, appena ricevuto l’allarme, hanno chiuso i varchi della struttura sanitaria e hanno partecipato alle prime ricerche.
Più passavano le ore e più la speranza si faceva debole. I medici erano stati chiari sin dall’inizio: un neonato non può resistere a lungo senza cure. Il padre, che è tornato dal Libano dove era in missione appositamente per la nascita del figlio, ha fatto ripetuti appelli in conferenza stampa. Prima hai mezzi di informazione cui ha detto: “Datemi una mano a diffondere il più possibile questa notizia, come già state facendo”. Poi alla rapitrice: “Lascialo a chiunque in Italia – ha implorato Cioffi – perché su questa vicenda si è mossa la nazione intera. Ti prego fallo”.