Per noia tenta un colpo in un bar: “Volevo imitare il videogame”

TARQUINIA (VITERBO) – Voleva rompere il tran tran quotidiano del figlio di papa’ tutto casa, coccole e videogiochi. Ha così deciso di provare nella realtà le sensazioni che aveva vissuto decine e decine di volte sulla consolle con il Gta4 (Grand Theft Auto), un videogame che simula colpi milionari.

Si è coperto il volto con uno scaldacollo e un grosso paio di occhiali da sole, ha impugnato una pistola calibro 7,65 in una mano, un pugnale lungo oltre 20 centimetri nell’altra e ha fatto irruzione in un noto bar di Tarquinia, in provincia di Viterbo. ”Questa è una rapina” ha gridato. Ma la realtà  si è rivelata più complicata del videogioco: pochi minuti dopo, infatti, è stato arrestato dagli uomini del commissariato di Ps della cittadina costiera. Protagonista del movimentato episodio un ragazzo di 17 anni, studente, figlio di agiati imprenditori nel settore dell’impiantistica, che ora si trova agli arresti domiciliari ed è indagato dalla procura della Repubblica dei minori di Roma per tentata rapina e porto abusivo di arma.

Un’accusa, quest’ultima, scattata solo per il pugnale, in quanto la pistola era una scacciacani, prestata da un amico, alla quale aveva tolto il tappo rosso sulla canna. Stando a quanto accertato dai poliziotti, una volta entrato nel locale, il diciassettenne ha puntato la pistola al volto della titolare intimandole di consegnargli l’incasso della giornata. Una collaboratrice della proprietaria, senza farsi notare, è  però riuscita a chiamare il 113 e a dare l’allarme. In pochi secondi, gli uomini del vice questore Riccardo Bartoli hanno circondato il locale, fatto irruzione e bloccato il ragazzo.

Quando è stato ammanettato, tra i singhiozzi, ha detto: ”Mi annoiavo, ero alla ricerca di emozioni, per questo ho deciso di fare come nei videogiochi, dove a chi compie rapine non succede mai nulla, va tutto liscio”. Al termine dell’interrogatorio, il ragazzo è  stato consegnato ai genitori. Non potrà uscire di casa nemmeno per andare a scuola. Secondo quanto si è appreso, la madre e il padre del diciassettenne, superato il primo momento di sgomento, avrebbero tranquillizzato il ragazzo, dicendogli che sì aveva sbagliato, ma che non deve preoccuparsi più di tanto e che, d’ora in poi, dovrà concentrarsi negli studi all’Accademia di Belle Arti, perché destinato a diventare un artista.

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Lorenzo Briotti