P3: Cassazione avvia azione disciplinare contro Gargani

Il procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito ha avviato l’azione disciplinare a carico di Angelo Gargani, capo dell’Ufficio servizio controllo interno (Secin) del ministero della Giustizia. Il nome di Gargani, magistrato fuori ruolo, compare nelle intercettazioni dell’inchiesta sulla cosiddetta P3.

Esposito, assieme al ministro della Giustizia, è titolare dell’azione disciplinare, già esercitata, sempre nell’ambito di questa vicenda, nei confronti del presidente della Corte di Appello di Milano, Alfonso Marra.

A Gargani il pg della Cassazione contesta principalmente l’ipotesi di interferenza nelle indagini. Il magistrato, ora a capo del Secin del ministero della Giustizia, lo scorso aprile avrebbe infatti chiesto al sostituto procuratore di Roma Rodolfo Sabelli, titolare assieme al procuratore aggiunto Gianfranco Capaldo del fascicolo sulla P3 e sugli appalti per l’eolico in Sardegna, informazioni relative all’inchiesta dopo aver avuto notizia della proroga delle indagini preliminari.

Il ruolo di Gargani nella P3. Una mano ai membri di quella che per la procura di Roma è un’associazione segreta, per ‘avvicinare’ il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato e persuaderlo ad avere un atteggiamento piu’ morbido nei confronti del presidente della Lombardia Roberto Formigoni, indagato nell’ambito dell’inchiesta sui livelli di inquinamento nel capoluogo Lombardo. E’ il ruolo che, secondo quanto emerge dalle carte dell’inchiesta sulla P3, avrebbe svolto il capo dell’ufficio servizio di controllo interno del ministero della Giustizia, Angelo Gargani.

Dopo la divulgazione della notizia dell’iscrizione di Formigoni, scrivono i carabinieri, ”gia’ dal 1 dicembre 2009 sulle utenze in uso a Pasquale Lombardi e ad Arcangelo Martino” sono state intercettate alcune conversazioni ”che testimoniano l’attivita’ compiuta dai predetti finalizzata ad ‘avvicinare’, avvalendosi di conoscenze dirette nel settore giudiziario, il predetto magistrato (Cerrato) evidentemente al fine di acquisire notizie in ordine al procedimento ovvero di persuaderlo ad adottare iniziative favorevoli agli indagati”.

Ed e’ in questo contesto che i carabinieri intercettano una conversazione tra Lombardi e Gargani nella quale il primo, dopo aver appreso che il dirigente di via Arenula aveva il numero di Cerrato, gli chiede di chiamarlo per fissargli un appuntamento in tribunale. ”Stammi a sentire – dice Lombardi – tu dovresti avere per regola il numero di Nicola Cerrato a Milano. Allora vedi un poco se giovedi’ o massimo venerdi’ posso arrivare a Milano e mi fai fissare un appuntamento dove lui sta…in Tribunale o dove si trova. E fammelo sapere quasi subito, va buono?”. Gargani risponde ”va bene” e poi chiede a Lombardi se lo vuole chiamare direttamente lui. ”No tu chiamalo tu prima – risponde – Gli dici Pasqualino deve venire a Milano quando ti trova…”.

Quando Gargani gli chiede se lo conosce, Lombardi risponde cosi’: ”e come non mi conosce. Pasqualino e’ amico di Giacomino (Caliendo, ndr), e amico di Galgano…amico di tutti quanti…si deve ricordare, se non si ricorsa glielo ricordi gli dici che questa e’ roba nostra e deve venire un poco da te…tu gli dici che e’ l’amico di Giacomino, amico mio e’ amico di tutti quanti”. Neanche mezzora d’opo, alle 19:17 Lombardi richiama Gargani per chiedergli se ha fissato l’appuntamento: ”L’hai trovato?”. ”No – risponde Gargani – non l’ho trovato. Lo chiamo domattina o piu’ tardi stasera”. ”Eh – aggiunge Lombardi – mi raccomando perche’ io vorrei andarci giovedi’ a Milano”. ”Va bene” ripete Gargani.

Alla fine l’appuntamento viene fissato: il 2 dicembre alle 9.13 il dirigente di via Arenula chiama Lombardo e, annotano i carabinieri, ”gli dice che tale Nicola, verosimilmente il procuratore aggiunto Nicola Cerrato, lo aspetta nel suo ufficio, al quarto piano dell’edificio, l’indomani alle 13 e nel contempo gli fornisce la sua utenza telefonica”. L’unica cosa che sembra non riuscire a Gargani e’ convincere il magistrato ad andare a pranzo con Lombardi, come chiesto da quest’ultimo. ”Ha detto che e’ perplesso – dice – perche’ gia’…se si puo’ evitare…”.

Provvedimento su Marconi, nessun rinvio per l’audizione di Marra. Oggi intanto la Prima Commissione del Consiglio superiore della magistratura (Csm) ha avviato una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale a carico di Umberto Marconi, il presidente della Corte di Appello di Salerno, il cui nome compare nelle intercettazioni associate all’indagine.

Sempre la prima commissione del Csm ha deciso che, invece, non ci sarà alcun rinvio all’audizione di Alfonso Marra fissata per lunedì prossimo a Palazzo dei Marescialli. A carico del presidente della Corte di Appello di Milano, a sua volta comparso nelle carre relative all’inchiesta, è stata aperta una procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. Non è stata dunque accolta la richiesta di slittamento avanzata dal legale di Marra, il magistrato di Cassazione Piercamillo Davigo.

Marconi: ho chiesto io il trasferimento, ma c’è un complotto. ”Sono stato io a chiedere al Csm di essere trasferito ad altra sede, aspetto che mi convochino”. Cosi’ il presidente della Corte d’ Appello di Salerno, Umberto Marconi, commenta la decisione della prima commissione del Csm di avviare la procedura di trasferimento di ufficio nei suoi confronti per ”incompatibilita’ ambientale”.

”Ribadisco di aver chiesto al giudice penale di essere sentito per quello che ritengo essere un complotto ai miei danni – aggiunge il magistrato – ma qui siamo su un altro piano, quello della difesa. Quanto all’ opportunita’ della permanenza a Salerno ho riconosciuto io per primo la necessita’ di un trasferimento e lunedi’ scorso ho inviato un fax al Consiglio Superiore della Magistratura con la richiesta” Marconi ripercorre così le tappe della vicenda: ”il 14 luglio sono usciti su quotidiani locali titoli inaccettabili, che mi indicavano come ‘un uomo della cricca’. Il giorno seguente io stesso ne ho dato comunicazione al Csm ed ho inviato i ritagli di stampa locale con una lettera che preludeva alla richiesta di trasferimento. Infine il 19 luglio ho formalizzato la richiesta, anche se non ho indicato una sede alternativa. Aspetto che il Csm mi chiami per indicarla”.

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