Pacchi bomba, ecco le principali azioni rivendicate dagli “anarchici informali”

Ambasciata svizzera

”Quattro anni dai pacchi regalo all’Unione Europea e a Prodi…e…a posteriori…sorge il rimpianto di aver avuto troppi scrupoli nel rovinare la giornata a qualche ‘innocente’ segretaria…se al posto del clorato avessimo usato la dinamite…”.

Inizia così l’ultimo documento pubblico della “Federazione Anarchica Informale” prima di quello di rivendicazione degli ordigni alle ambasciate del Cile e della Svizzera di oggi: una ”lettera aperta al movimento anarchico e antiautoritario” datata dicembre 2006, in cui è la stessa Federazione ad indicare quali sono stati nel corso degli anni gli attentati messi a segno: una trentina, ”in 7 campagne rivoluzionarie”.

Ecco i principali:

– 21 dicembre 2003: scatta l’ ”operazione Santa Claus”, due bombe esplodono nei pressi della casa bolognese di Romano Prodi, allora presidente dell’Unione europea. Le bombe erano nascoste in una coppia di cassonetti di rifiuti ad una distanza di 80 metri dall’abitazione. Due giorni dopo, lo stesso Prodi riceve un plico intestato alla moglie: all’interno c’è un ordigno incendiario contenuto in un libro e composto da una molletta per bucato, polvere nera, un flash per macchina fotografica e una pila da 9 volt.

– 29 dicembre 2003: un plico spedito da Bologna contenente un ordigno arriva al direttore di Europol Storbeck, presso la sede centrale dell’Aia; il mittente è un fantomatico ‘Henry’, che potrebbe riferirsi ad un anarchico francese dell’800. Nello stesso giorno un altro pacco contenente un ordigno arriva al direttore della Banca Centrale europea.

– 30 dicembre 2003: un pacco esplosivo arriva a Eurojust.

– 5 gennaio 2004: tre plichi vengono recapitati al presidente del gruppo del Ppe Hans Gert Pottering, al vice presidente del gruppo Salafranca e al parlamentare laburista Gary Titley.

– 30 marzo 2004: due bombe contro il commissariato Sturla di Genova.

– 2 aprile 2004: pacchi bomba a dirigenti del Dap

– 8 novembre 2004: bomba contro una sede Manpower di Milano

10/11 dicembre 2004: pacchi bomba alla sede del sindacato Sappe e all’Associazione nazionale carabinieri di Roma

– 3 marzo 2005: attacchi con esplosivo alle caserme dei Carabinieri di Pra e Voltri a Genova e presso la caserma di via Monti a Milano.

– maggio 2005: tre pacchi bomba inviati al gestore del Cpt di Modena, alla questura di Lecce e ai vigili urbani di Torino

– Ottobre 2005: due bombe contro la sede del Ris di Parma e pacco bomba al sindaco di Bologna Cofferati

– 2 giugno 2006: due bombe contro la scuola allievi carabinieri di Fossano.

– 15 dicembre 2009: dopo quasi due anni di ”silenzio operativo” (cosi’ definito dagli investigatori) il Fai torna con due attentati, all’Università di Milano e al Cie di Gradisca (Gorizia). La ”firma” e’ in due volantini praticamente identici, che definiscono i Cie ”campi di concentramento”, da chiudere subito altrimenti ”inizierà a scorrere il sangue dei padroni” e che ”altri pacchi bomba colpiranno la Croce Rossa internazionale”.La firma è quella di ”Sorelle in armi, nucleo Maurizio Morales, Fai”.

– 27 marzo 2010: un pacco bomba scoppia in un centro postale di Milano.

– 23 dicembre 2010: due pacchi bomba recapitati alle ambasciate di Svizzera e Cile a Roma causano il ferimento di due addetti alle sedi diplomatiche. La rivendicazione e’ firmata dalla Federazione Anarchica Informale cellula rivoluzionaria Lambros Fountas.

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Emiliano Condò