ROMA – Troppa destra al premio Hemingway. Motivo per cui, secondo il quotidiano Il Giornale, alcuni dei giurati avrebbero deciso di dimettersi evitando così, di legare i loro nomi ai vincitori del 2011. Il premio, spiega Tommy Cappellini, è a rischio boicottaggio e contestazioni nella sua serata conclusiva, programmata per il 21 maggio a Lignano Sabbiadoro.
Colpa delle scelte della giuria: nella categoria giornalismo, infatti, il premio se lo è aggiudicato proprio il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti. Tra gli altri vincitori c’è anche Aurelia Picca per la narrativa, Daniela Vergara di Rai Due per il giornalismo televisivo, Giovanni Orsina per la saggistica e Andrea Monti direttore della Gazzetta dello Sport vincitore del premio speciale alla carriera. Scelte che, secondo il Giornale, sarebbero state mal digerite da alcuni giurati. A mettersi di traverso, in particolare, sarebbe stato Paolo Conti del Corriere della Sera. Il 9 aprile, giorno in cui sono stati scelti i vincitori, Conti non si è presentato mettendosi così di fatto fuori dalla giuria. Il regolamento dell’Hemingway, infatti, prevede che premiati e giurati debbano essere fisicamente presenti. Pena l’escluisione.
Secondo Cappellini Conti si sarebbe limitato a mandare il suo giudizio via fax esprimendo dissenso sulle quaterne dei candidati in lizza. Ancora più duro, sempre secondo Il Giornale, il direttore del Messaggero Veneto Andrea Filippi. Scrive il Giornale che secondo il fondatore del premio, Luigi Mattei, Filippi (direttore di un quotidiano del gruppo L’Espresso) non voleva essere legato a un premio che quest’anno ha guardato molto a destra. In attesa di repliche dei diretti interessati il Giornale celebra la vittoria del suo direttore con un pezzo a tutta pagina dal titolo eloquente: “Puzza sotto il naso”.