Mafia a Bari: 20 anni e niente processo, tutto per “errori di notifica”

BARI – Dopo quasi vent’anni, il processo di primo grado per l’omicidio di mafia di Vincenzo Di Leo, compiuto a Bari il 31 dicembre 1991, non può ancora celebrarsi. Tutto per una serie di difetti di notifica.

Le carte, ancora una volta, sono tornate all’ufficio del pubblico ministero. La vicenda giudiziaria sembrava a buon punto nel 1993, quando Giuseppe Montani, noto esponente dell’omonimo clan del quartiere San Paolo, unico imputato del delitto, fu accusato dell’agguato ma prosciolto da tutti i reati.

Nel 2005 il caso fu riaperto sulla base delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che accusò Montani. Così, a 17 anni dall’omicidio, cominciò un nuovo processo a carico dell’imputato dinanzi ai giudici della Corte di assise di Bari.

L’avvocato di Montani, però, presentò un’eccezione che fu accolta dai giudici e che riportò il dibattimento alla fase dell’udienza preliminare perche’ gli atti erano stati notificati al difensore sbagliato.

Qualche giorno fa, davanti al gup del tribunale di Bari Antonio Lovecchio, chiamato a celebrare l’ennesima udienza preliminare a carico di Montani, è  stata presentata un’altra eccezione, questa volta per un difetto di notifica dell’avviso di conclusione delle indagini. Anche questa eccezione è stata accolta e gli atti sono stati restituiti al pubblico ministero.

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Emiliano Condò