Far west Rai: lo scazzo tra Masi e Liofredi per una foto con Ingrid Muccitelli sul Fatto quotidiano

Mauro Masi e Ingrid Muccitelli in copertina di Novella 2000

Raccontano di scene da far west in Rai, al settimo piano del palazzo di viale Mazzini, mercoledì mattina, nell’ufficio di Mauro Masi, direttore generale.

Sul tavolo di Masi, spiaccicato come una frittata il Fatto Quotidiano: in prima pagina la notizia che il super tagliatore di teste e di costi non aveva risparmiato nessuno se non la sua fidanzata Ingrid Muccitelli, ex di Chiambretti e di Lamberto Sposini, con un programma su Rai 2. A prova del rapporto tra i due, il quotidiano splasciava anche in pagina un paio di foto di Masi e della Muccitelli in affettuoso atteggiamento.

Masi è andato su tutte le furie, minacciando querele, anche se ormai, querela o non querela, il danno c’era tutto. Poi ha convocato nel suo ufficio Massimo Liofredi, direttore di Rai 2 destinato a essere rimosso e lo ha investito con queste parole: “Sei stato tu a dare al Fatto la notizia di Ingrid”.

Liofredi sa di essere destinato a perdere il posto, perché così vuole Berlusconi, per piazzarci la più fida Susanna Petruni ma è deciso a vendere cara la pelle, a costo di far cadere gli ultimi capelli dalla testa di Masi, il quale è arrivato al punto di chiedere e far chiedere anche da alcuni paraninfi a Liofredi di andarsene spontaneamente.

Liofredi, però, non intende rassegnarsi all’idea. Per cui, di fronte alla contestazione, invece di rispondere a muso duro a Masi ammettendo la spiata, forse perché davvero innocente, ha scelto la via del diniego: non solo, ma, mostrando di averla presa male, si è avvicinato fisicamente a Masi in atteggiamento minaccioso.

In quel momento, nell’ufficio di Masi c’erano solo lui e Liofredi e nessuno sa esattamente cosa sia successo. Una cosa è certa: l’ex cantante e capo struttura di Rai 1, catapultato al vertice della seconda rete tv Rai da quel dio napoleonico che atterra e suscita, ha un fisico robusto e corpulento assai, tale da incutere una certa soggezione anche all’ex carabiniere Masi.

Poi è finita all’italiana: “Chiedimi scusa”, “No, chiedimi scusa tu”, alla fine, secondo i si dice di viale Mazzini, sarebbe stato Masi a chiedere scusa per il sospetto forse motivato ma indimostrabile.

L’umiliazione però non è piaciuta a Masi, che alla fine della giornata ha trovato il modo di eseguire una classica vendetta trasversale. Masi si trova nella impossibilità di rimuovere Liofredi, anche perché il fantasma di Paolo Ruffini lo tiene sveglio una notte sì e una pure e vorrebbe pertanto evitare di fare il bis (mai pensato a cambiare ufficio legale o capo del personale? Impossibile? E allora…).

Il rancore aguzza l’ingegno e l’occhio dilatato di Masi si rivolto alla vittima sacrificale designata, Monica Setta, che già era stata rimossa dalla fascia del primo pomeriggio di Rai 2, dove aveva riempito con successo l’ora dello sbadiglio post – prandiale, ma, forse proprio per questo, era stata sostituita dalla napoletana Caterina Balivo

La Setta aveva avuto assegnato in alternativa un programma in prima serata, che era stato pubblicamente annunciato e ribadito anche dal leghista Gianluigi Paragone nella puntata di venerdì 23 ottobre del suo programma.

La saetta di Masi è caduta inesorabile sulla testa della povera Setta che, nella stessa sera di mercoledì ha ricevuto una telefonata da Endemol, cui era stato appaltato il programma, con l’annuncio del taglio, sempre in nome dei risparmi aziendale.

Per Masi non è stata certo una grande soddisfazione, ma almeno una consolazione al termine di una giornata che lo ha visto umiliato dalla rivelazione del Fatto e poi successivamente sconfitto sui punti salienti della missione affidatagli dal suo Datore di Lavoro: far fuori Liofredi da Rai 2 e Corradino Mineo da direttore di Rai News 24, per sostituirli rispettivamente con la Petruni e con Franco Ferraro, di provenienza extra Rai, quindi con anche un doppio sfregio per l’interno.

Ma un mondo crudele sembra votare Masi al martirio della causa cui ha scelto di immolarsi, cosa che sembra fare con perseveranza e successo. Così, nel ludibrio generale, l’operazione Mineo-Liofredi per ora è saltata e alla implorante richiesta di dimissioni Liofredi, dimostrando di possedere un certo grossolano buon senso, ha risposto con uno sberleffo.

Published by
Marco Benedetto