Dopo 35 anni si riaccendono le polemiche attorno alla morte di Sergio Ramelli, lo studente aderente al Fronte della Gioventù, ucciso a sprangate il 29 aprile del 1975 da extraparlamentari legati ad Avanguardia Operaia. Erano gli anni di violenti scontri a sfondo politico anche nelle scuole. Ramelli aveva 18 anni e frequentava l’Itis Molinari a Milano Per commemorare quella morte i gruppi di estrema destra hanno organizzato per il primo di maggio un torneo calcetto al Lido.
Un’iniziativa che ha provocato le reazioni dei giovani dell’area antagonista, fra cui molti appartenenti al centro sociale Cantiere, che hanno occupato simbolicamente la direzione generale di Milanosport, la controllata del Comune che gestisce gli impianti sportivi, per chiedere la cancellazione del torneo. Il Comune si era comunque già dissociato annunciando che non darà il proprio patrocinio. Anzi, per l’assessore allo Sport Alan Rizzi l’iniziativa è «l’ennesima provocazione da parte di gruppi estremisti».
Nella notte inoltre alcuni striscioni erano stati appesi a Milano per protestare contro il torneo con la scritta “Lido: spazio libero da razzismo odio e paura. No al raduno nazifascista. San Siro antirazzista”. Ma le polemiche hanno invaso anche lo stesso istituto frequentato 35 anni fa dal giovane studente. Ha scatenato qualche reazione infatti la decisione del collegio dei docenti e del consiglio di istituto del Molinari di sospendere le lezioni il 29 aprile nel timore che qualche iniziativa possa compromettere la sicurezza della scuola.
«Ci possono essere solo due motivi per negare la commemorazione di un giovane ucciso violentemente: una è che il Consiglio di Istituto è schierato politicamente su posizioni veterocomuniste, l’altra – ha detto il capogruppo Pdl in provincia Massimo Turci – è che il Consiglio di Istituto è prigioniero di una minoranza di teppisti. Trovo inqualificabile la decisione di chiudere addirittura la scuola adducendo pretestuosi motivi di sicurezza».