Le Fiamme Gialle, con l’operazione ‘notary’, hanno ricostruito tutti i proventi riscossi nell’esercizio dell’ attività professionale, poi transitati su fondi di investimento, anche esteri e numerosi conti correnti bancari (circa 30) riconducibili al notaio, tra cui alcuni intestati alla moglie.
Nella disponibilità della moglie del notaio è stato accertato un patrimonio (immobili e somme di denaro) di gran lunga superiore ai redditi dichiarati, tra cui alcune case in Roma (zona Parioli), San Felice Circeo (Lt), Siena, Milano e in Sardegna.
Il notaio aveva già truffato, per milioni di euro, un istituto di credito nazionale, e per questo il professionista era già stato sottoposto agli arresti domiciliari, nel 2008, sempre dal Nucleo Polizia Tributaria di Roma. Provvedimento che era stato però già revocato.
Il servizio si è concluso con la proposta di recupero a tassazione di proventi non dichiarati per 250 milioni di euro ai fini delle imposte dirette e di 51 milioni di euro di Iva sottratta al Fisco.