Ci sono volute 12 sedute del consiglio comunale di Roma più tre convocazioni a vuoto, tra luglio e novembre, perche’ gli aumenti delle tariffe dei taxi romani diventassero realtà.
Arriveranno dopo Natale, piu’ verosimilmente all’inizio del prossimo anno. Infatti, prima che i rincari siano attivi, serve il parere di una commissione composta da tre membri che dovra’ stabilire la congruità dei nuovi prezzi ad alcuni parametri come il costo del veicolo, gli sconti, il rapporto tra domanda e offerta e gli oneri fiscali.
Questo il contenuto della delibera approvata all’alba dall’aula Giulio Cesare con 26 voti a favore e 11 contrari. Un voto che ha diviso la maggioranza tra chi, come gli otto appartenenti al Laboratorio Roma, avrebbero voluto riportarla in commissione e chi, invece, ha mantenuto il punto perché venisse approvata definitivamente stanotte. Insomma, alla fine ha vinto la linea Alemanno. E’ stato il sindaco a ribadire più volte di voler portare a termine il percorso iniziato a luglio perché aveva detto anche qualche giorno fa, ”questi aumenti sono giusti per i tassisti che hanno bisogno di questo adeguamento del reddito”.
Per Alemanno ”non si tratta di una stangata nei confronti degli utenti” ai quali viene data più trasparenza. Intanto in aula, mentre Alemanno si trovava in Calabria, l’opposizione ha mantenuto la promessa dell’ostruzionismo presentando circa 2mila emendamenti, alcuni dei quali eliminati da un emendamento-killer a firma Pdl. Con l’escamotage tecnico è stato modificato il corpo della delibera in modo da annullare la ratio dei documenti presentati dall’opposizione; in piu’ l’emendamento ”politico” ha permesso di reintrodurre la tariffa fissa da e per Civitavecchia con un prezzo fisso di 120 euro, un aumento contenuto nella delibera 58 di luglio e poi sparito dal corpo del testo. Ora bisognerà aspettare il parere della commissione mentre il Pd continua a rimandare al mittente le accuse del sindaco Alemanno dicendo, con Athos De Luca, che ”chi non mantiene il numero legale e’ la maggioranza”.