Salerno-Reggio Calabria come la Route Irish di Baghdad: “La finiamo se lo Stato protegge i cantieri”

Pietro Ciucci

Come la Route Irish, la strada più pericolosa del mondo, quella che collega Baghdad al suo aeroporto. E’ la Salerno – Reggio Calabria descritta dal presidente dell’Anas Pietro Ciucci.

Il dirigente lo dice quasi come se fosse una cosa normale, spiega al Corriere della Sera che l’autostrada sarà finita, una volta per tutte, nel 2013 “se il Governo proteggerà i cantieri del tratto reggino”. Quaranta chilometri di asfalto, quelli che vanno da Gioia Tauro a Scilla e poi fino a Campo calabro, che vanno “difesi” come se fossero una trincea. Non bastano neppure le ‘normali’ videocamere di sorveglianza al punto che il presidente dell’Anas spiega che sono in via di “potenziamento” e potrebbero “integrarsi bene con l’aiuto delle forze dell’ordine”.

Che in un Paese normale un cantiere stradale non è un obiettivo, invece, Ciucci non lo dice. Forse è sottinteso. Di certo, però, in un Paese normale un cantiere stradale non subisce 215 attentati in meno di cinque anni (erano 181 quelli denunciati dal presidente di Impregilo Massimo Ponzellini l’ultima volta che BlitzQuotidiano ha toccato la vicenda, sono aumentati ancora).  Ciucci, però, precisa di non aver direttamente chiesto l’intervento dell’esercito ma solo l’aiuto del Governo. E di non aver avuto ancora risposte, nè dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, nè da quello dell’Interno Roberto Maroni.

Quanto all’esercito l’intervistatore, Giuseppe Sarcina, si chiede se per proteggere 40 km di trincea possano essere sufficienti un migliaio di soldati. “Molti meno – replica Ciucci – Ma la posta in gioco è alta, qui si tutela un patrimonio da 1,15 miliardi di euro”.

Nonostante tutto, però, Ciucci sembra più positivo di Ponzellini che, qualche settimana fa ha denunciato una situazione di “paralisi” in cui gli ingegneri non vogliono andare a lavorare nei cantieri. Per il presidente Anas, “non c’è paralisi ma serve intervenire e in fretta”. Nonostante tutto, quindi, Ciucci crede di poter consegnare l’A3 nel 2013, anche se mancano ancora 2,5 miliardi di finanziamento e il governo è sull’orlo di una crisi. Il presidente dell’Anas se la prende con quei parlamentari dell’opposizione che ridevano mentre Berlusconi, chiedendo la fiducia, si diceva sicuro di finire i lavori nei tempi previsti: “Quella risata la considero quasi un’offesa per noi e per tutti quelli che stanno lavorando a un’opera complicatissima. Qui non stiamo allargando un tracciato da 443 km, lo stiamo demolendo e rifacendo quasi tutto da capo”. Senza considerare gli attentati.

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Emiliano Condò