Melania, Parolisi indagato. La chiave del delitto nei vestiti e nel cellulare?

ROMA – Dopo due mesi dal ritrovamento di Melania Rea si è chiuso un cerchio, e intorno a quello che molti indicavano come il maggiore sospettato. Ora Salvatore Parolisi, uscito indenne da parecchi interrogatori, è ufficialmente indagato per omicidio volontario. Lui ha detto ai suoi avvocati solo una frase: “Sono tranquillo”, dimostrando ancora una volta di essere una persona capace di tenere i nervi saldi.

Ma c’è qualcosa che ha accelerato il provvedimento, e probabilmente molto si è giocato sugli abiti di Parolisi e sul suo cellulare. I vestiti che l’uomo indossava il 18 aprile, giorno della scomparsa di Melania e secondo gli ultimi esami anche della sua morte, sono al vaglio della scientifica. E’ stata trovata qualche traccia sospetta?

C’è poi il giallo del telefonino, quello ritrovato dietro un cespuglio in un campo sportivo di Folignano. Sarebbe stato lo stesso Parolisi e nasconderlo lì dietro, come aveva denunciato un testimone. Colto sul fatto il vedovo di Melana ha spiegato che si trattava del cellulare “segreto” che usava per parlare con la sua amante. Potenzialmente, una miniera, quindi. Si è giustificato dicendo che voleva semplicemente buttarlo via. O nasconderlo? Il telefono è stato sequestrato dagli inquirenti. Per caso è emerso qualche sms compromettente? Oppure contatti sospetti?

Tutto potrebbe essere chiarito a breve: Parolisi verrà di nuovo interrogato venerdì. Stavolta non semplicemente come “persona informata dei fatti” ma come unico indagato.

Le immagini di Salvatore Parolisi realizzate durante la trasmissione “Quarto Grado” (foto LaPresse)

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Elisa D'Alto