Sant’Olcese (Ge): i libri di scuola pagati con soldi di pasticcini e salami

Salami, pasticcini, pizzette: va bene tutto, purché serva a dare ai bambini i tanto agognati libri di scuola. Grazie agli omaggi di produttori e negozianti del paesino di Sant’Olcese, in provincia di Genova, il rischio di restare senza libri di testo, per i bambini della scuola elementare, sembra infatti scongiurato.

La storia nasce circa un mese fa: la manovra Tremonti è approvata e tra i Comuni serpeggia il mancontento. Il sindaco del paese ligure, Alfredo Cassissa, sbotta, prende carta e penna e scrive una lettera indirizzata a tutti i genitori dei bimbi delle elementari. Il contenuto è, più o meno, che per colpa dei tagli non ci sono i soldi per comprare i libri. Chi può si arrangi da solo.

Il ministero dell’Istruzione, però, non ci sta e accusa Cassisa di strumentalizzare la scuola per una battaglia politica. E mentre la classe dirigente bisticciava la società civile si è mossa. Ha cominciato Alfredo Breschi, titolare della “Preti”, un’industria dolciaria della zona. Poi è stata la volta di ben due salumifici, Parodi e Cabella. Ha chiuso il giro il Consorzio Villa Serra.

Insieme le aziende copriranno la spesa,  circa 7000 euro, regalati senza chiedere nulla in cambio. Gli imprenditori spiegano di non aver nulla a che fare col Comune: “Lo facciamo perché siamo di qui”. Con buona pace delle beghe politiche.

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Emiliano Condò