Sarah Scazzi, nessuna macchia sulla cintura sequestrata dalla macchina di zio Michele

La cinta ritrovata nella Seat Marbella di Michele Misseri ha alcuna macchia di origine “biologica”, come era stato riscontrato su un’altra. La cintura è stata repertata insieme ad altre 49 raccolte nella abitazione di via Deledda ad Avetrana. Una delle cinture sequestrate potrebbe essere l’arma del delitto di Sarah Scazzi, uccisa probabilmente nel garage della casa degli zii. È stato Michele Misseri, sia nel corso dell’interrogatorio del 5 novembre che dell’incidente probatorio del 15, a indicare in una cinta l’arma che la figlia Sabrina avrebbe usato per l’omicidio.

Il colore della cintura trovata in auto è grigio mentre Misseri ha detto che in garage aveva una cinta appesa al muro di colore verdino che poi lui avrebbe riappeso subito dopo averla slacciata dal collo della vittima, ma ha anche precisato di non averla più vista nei giorni successivi. All’attenzione dei Ris ci sarebbe una terza cintura, forse nera, che presenterebbe una macchia la cui natura sarebbe ancora da accertare e che corrisponderebbe anche alle caratteristiche (larghezza e cuciture) indicate durante la perizia medico-legale del professor Luigi Strada, incaricato dalla Procura della Repubblica di Taranto.

La sensazione degli avvocati della parte lesa, la famiglia Scazzi, è che Michele Misseri sia molto impreciso sui momenti ai quali non ha partecipato direttamente, e così si spiegherebbe l’incertezza sul tipo di arma usata e sulle sue caratteristiche, ed invece è più preciso quando descrive i momenti in cui lui si è occupato del trasporto a bordo della Seat Marbella e dell’occultamento del cadavere.

Proseguono anche le indagini sul ruolo di Cosima Serrano, moglie di Michele e madre di Sabrina, che per ora non risulta indagata. La donna ha raccontato agli inquirenti che la mattina del 26 agosto, il giorno dell’omicidio, era andata a lavorare (come confermato dal mediatore di lavoro e da alcuni documenti di carattere contributivo). Risulta però anche che dopo mezzogiorno Cosima abbia versato due assegni bancari al Credito cooperativo di Avetrana.

Ci sono alcuni testimoni poi che affermano di aver visto quella mattina la Opel Astra della donna spostata dal luogo in cui l’aveva parcheggiata. E in genere al lavoro andava con il furgone del datore di lavoro. Lo stesso Michele nell’interrogatorio del 5 novembre è molto incerto quando deve ricordare se la moglie sia andata a lavorare o meno. Il particolare della presenza in casa o meno di Cosima la mattina dell’omicidio è importante poichè potrebbe aver assistito a una discussione tra Sarah e Sabrina e quindi essere quantomeno a conoscenza del movente del delitto.

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Alberto Francavilla