ROMA – Sempre più professori di religione, sempre meno alunni che seguono le loro lezioni: è il paradosso della scuola pubblica italiana, descritto oggi da Repubblica.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dal “Servizio nazionale della Conferenza episcopale italiana per l’Insegnamento della Religione cattolica”, nel biennio 2009-2010 si è registrato un vero e proprio boom di insegnanti con la certificazione del vescovo, mentre il numero degli studenti dell’ora di religione diminuisce proporzionalmente al numero dei ragazzi attratti dalla lezione settimanale di “etica”.
Il dato sugli insegnanti di religione è in controdentenza: diminuisce i9nfatti il numero degli insegnanti di ruolo, quello dei supplenti e quello del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario).
Continuano ad aumentare invece gli alunni delle classi italiane: oltre 36 mila in un anno, pari allo 0,5 per cento. Ma non cresce il numero di quelli che scelgono di frequentare la lezione di religione.
Nel corso degli ultimi 15 anni il calo è stato costante, fino al boom, in negativo, di quest’anno: meno un per cento di “iscrizioni”, con punte di 1,8 alle superiori.
Negli stessi ordini di scuola, media e superiore, stando al puntuale resoconto dei vescovi, i docenti di religione cattolica sono cresciuti del 14 per cento: dai 8.232 del 2008-àò2009 ai 9.369 dell’anno scorso. Soprattutto sono cresciute le assunzioni dei precari.
Mentre i loro colleghi delle altre materi vedevano decurtati i loro posto: in un anno si sono volatilizzati ben 10 mila contratti.