Sempre più “bamboccioni” cacciati dai genitori, che si rivolgono agli avvocati

I casi di genitori che si rivolgono al giudice per ‘sfrattare’ da casa i figli ultratrentenni sono in aumento. “E’ colpa della crisi, del lavoro che non si trova o, se c’è, è precario”, spiega il legale dell’Adico di Venezia, Piero Campi, che è uno degli avvocati che si occupa dei casi di genitori decisi a liberarsi dei figli “bamboccioni” ormai non sono più una novità.

“Non sempre si tratta di bamboccioni che approfittano di mamma e papà – sottolinea il legale, precisando che nei tre casi in questione non è stata emessa ancora sentenza ma sono state notificate le richieste – ma di persone di 30-40 anni che si trovano in una situazione di forte disagio perché non hanno un lavoro, oppure lo hanno perso, o hanno un reddito così basso che non sono in grado di mantenersi da soli fuori casa. E la convivenza forzata 24 ore al giorno crea purtroppo tensioni e conflittualità che rischiano di sfociare in qualcosa di peggio”.

Campi tutela infatti sia due coppie di genitori che vogliono cacciare il loro “pargolo” da casa (rispettivamente un “ragazzo” di 35 anni e uno di 32, entrambi precari) ma anche la figlia trentottenne di un’anziana coppia che soprattutto la madre non sopporta più di trovarsi intorno mattina e sera e rischia perciò di dover fare fagotto.

E per opporsi alla richiesta dei genitori ha chiesto aiuto all’Adico : “Lei dice che guadagna troppo poco per permettersi di pagare l’affitto di una casa e la vive come una sconfitta – spiega Campi – ma la madre è esasperata dalla convivenza forzata e dall’incapacità della figlia di rendersi autonoma”.

In casi come questo, sottolinea il legale, il giudice tenta una conciliazione prima di arrivare a una sentenza, ma aspettando di vedere come andrà a finire la quasi quarantenne si è rivolta ad amici e parenti nella speranza che le diano un tetto.

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