Scienza

Sindrome da navigatore satellitare: blackout del Gps può causare…

fonte: TomTom

ROMA – La “sindrome da navigatore satellitare“: per moltissimi italiani si tratta di una vera e propria dipendenza, non possono fare a meno del GPS: se si spegne entrano in crisi profonda. E in caso di black out internazionale, se fossero sabotati, chissà cosa accadrebbe: caos totale, ritorno alla vecchia cartina? Ebbene, è già successo: probabilmente non è stato notato, ma una mattina di undici mesi fa, il mondo si è quasi fermato. Era il 26 gennaio e alcuni membri dll’U.S. Air Force Space Command, in Colorado si accorsero di un problema. Qualcosa, durante la disattivazione del SVN23, uno dei satelliti di posizionamento globale (GPS) che orbitano intorno alla Terra, era andato storto. Qualcosa che sembrava infinitamente piccola, ma era in realtà estremamente significativa.

A causa di quello che sembra essere stato un errore umano, da parte di un militare statunitense dell’Air Force, aveva sostituito il vecchio satellite con uno nuovo, il secondo satellite venne caricato nel momento sbagliato, ovvero 13,7 microsecondi, o 3,7 milionesimi di secondo più tardi. Un’anomalia rapidissima, che causò il caos della rete GPS, reti elettroniche e sistemi di comunicazione di tutto il mondo per 12 ore.

Gli ingegneri si catapultarono dal letto per risolvere immediatamente il problema: il sistema internazionale delle telecomunicazioni era fuori controllo.

In Nord America, i servizi di emergenza e le apparecchiature radio smisero di funzionare, le reti elettriche vennero interrotte e la BBC riuscì a trasmettere programmi radio solo in alcune zone, per un massimo di due giorni. Eppure, poteva andare molto peggio.

Alcuni esperti della Royal Academy di ingegneria, hanno definito una “pericolosa dipendenza” quella della Gran Bretagna al GPS, che, se dovesse fallire completamente, porterebbe al caos totale. Per capire pienamente come potrebbe accadere l’ “Armageddon”, bisogna prima capire il sistema GPS, che sta per Global Positioning System, meglio conosciuto come sistema di navigazione satellitare. Venne lanciato dall’ Air Force americana alla fine degli anni settanta, per fornire una mira precisa alle bombe e ai missili. In seguito, il governo americano ha permesso ai civili di utilizzare questo sistema gratuitamente, nonostante l’Air Force sostenga il costo di un miliardo di dollari l’anno.

Il sistema GPS dipende da una rete di 31 satelliti che ruotano attorno alla Terra due volte al giorno e trasmettono in continuazione il loro tempo e la loro posizione. Nonostante ci renda molto pigri, è un ottimo strumento di navigazione, motivo per il quale di trova ormai in quasi ogni sistema. Ma se i satelliti GPS fossero sabotati, cosa accadrebbe? “Il risultato sarebbe tremendo” dice Dana Goward, esperta di politica di navigazione per il governo degli Stati Uniti. Ad esempio, i semafori, che fanno affidamento sul GPS, smetterebbero di essere sincronizzati l’uno con l’altro; chi guida avrebbe difficoltà a trovare la strada, così come le navi e gli aerei, che ne hanno uno incorporato nella cabina guida. I telefoni cellulari smetterebbero di funzionare, anche per le chiamate d’emergenza. Il corpo militare degli USa ha recentemente affermato di essere in grado di operare anche senza il GPS, ma la Goward non è convinta, e predice che dopo qualche giorno le forze armate avrebbero certamente qualche problema logistico, dai telefoni cellulari ai rifornimenti di benzina.

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Alberto Francavilla