La classifica comprende una carrellata di rumori strani raccolti nelle situazioni più disparate. Si va dagli pneumatici che stridono su strada al fischio del vento, dal gorgoglio di un ruscello a un righello di ferro su bottiglia.
A rispondere alle domande di Tim Griffiths, titolare della ricerca, un campione di tredici volontari che si sono sottoposti a una gamma di 74 emissioni acustiche differenti e oscillanti tra 2 mila e 5 mila Hz. Griffiths ha stilato una classifica monitorando le risposte cerebrali dei volontari con tecniche di risonanza magnetica.
L’imaging cerebrale dimostra che all’ascolto di un suono sgradevole l’amigdala, deputata al controllo delle emozioni, modula la risposta della corteccia uditiva producendo un’attività cerebrale più intensa: come una sorta di segnale di soccorso. Aldilà della curiosità che può destare, la ricerca rappresenta un utile passo avanti per il trattamento di alcuni disturbi accomunati da episodi di intolleranza e ipersensibilità al suono.