Per i magistrati di Caltagirone (Catania) è stata la moglie, Teresa Trombino, a fare uccidere Giuseppe Giandinoto, 40 anni, assassinato con due coltellate al torace la notte del 27 agosto scorso davanti la sua abitazione. Con questa accusa, infatti, la Procura della Repubblica che ha disposto il fermo della donna, in qualità di istigatrice, e di altre tre persone, compreso il suo convivente, che avrebbero avuto un ruolo nel delitto.
Il reato ipotizzato dal procuratore capo di Caltagirone, Francesco Paolo Giordano, è di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione. Alla donna sono stati concessi gli arresti domiciliari perché incinta. Un fermo è stato eseguito a Faenza, nel Ravennate. Il movente sarebbe di natura passionale e maturato anche nell’ambito di forti contrasti familiari.
Per l’omicidio era stato già arrestato, poche ore dopo il delitto, il presunto esecutore materiale: un romeno di 20 anni, Marius Florin Maftei, che è ancora detenuto. A permettere la sua identificazione era stato la stesso Giandinoto che dopo essere rimasto ferito ha avvisato la polizia dell’aggressione subita, ha fornito infatti agli investigatori e prima di morire in ospedale aveva elementi per risalire al suo assalitore.
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