ROMA – Nella capitale è da un po’ che si è diffusa una sorta di ”previsione” su basi scientifiche: l’11 maggio Roma sarà colpita un terremoto disastroso. E a prevederlo sarebbe stato un sismologo autodidatta, tale Raffaele Bendandi, morto nel 1979. Una previsione che da anni circola sui siti internet e che naturalmente non è mai stata presa in considerazione, se non in maniera sporadica, dalla scienza ufficiale. Ma il fenomeno mediatico ha continuato a ingigantirsi, finché, lunedì 18 aprile, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Ingv, quindi la massima autorità scientifica italiana in materia,non ha ritenuto opportuno intervenire direttamente per confutare l’ipotesi.
Non c’è nessun elemento scientificamente fondato per dire che a Roma ci sarà un terremoto il prossimo 11 maggio. In generale, anche se tutta l’Italia è a rischio sismico, “Roma ha una pericolosità sismica modesta”. D’altro canto, rilevano, dall’analisi delle carte di Raffaele Bendandi “non emerge nessuna previsione di un eventuale sisma a Roma per l’11 maggio di quest’anno”.
“Roma – spiegano gli esperti dell’Ingv – è ubicata piuttosto ai margini della zona a maggiore sismicità della penisola e quindi ha una pericolosità sismica modesta. A parte piccoli terremoti locali molto rari, risente dei terremoti dell’Appennino centrale e di quelli dei Colli Albani, che sono meno forti”.
Va detto comunque, aggiungono, che “la probabilità che avvenga un forte terremoto in Italia centrale in un qualunque giorno dell’anno è bassa, ma non nulla”. E’ solo una credenza popolare quella secondo cui Roma non è a rischio di terremoti per il suo sottosuolo è pieno di cavità : ha origine da antiche teorie di Aristotele e Plinio il Vecchio, secondo cui i terremoti erano causati dai gas sotterranei e che le cavità nel sottosuolo di Roma lasciassero uscire i gas all’esterno allentando la pressione.
Altrettanto aleatori sono i principi su cui si basa la teoria di Bendandi, costruita su presunte forze generate dagli allineamenti di pianeti, Sole e Luna. Lo stesso Ingv sta collaborando alla sistemazione dei numerosi appunti di Bendandi (non ha mai pubblicato le sue teorie su riviste scientifiche) in collaborazione con l’istituzione culturale “La Bendandiana”. Prevedere i terremoti sulla base dei movimenti degli astri, osserva l’Ingv, non ha basi scientifiche perché “le forze causate dai corpi celesti sulla Terra sono piccole rispetto alle forze interne, quelle determinate dallo spostamento delle placche”.
“Non è possibile prevedere i terremoti” concludono gli esperti dell’Ingv, perché la complessità dei fenomeni che li generano non lo permette, si possono solo fare delle previsioni probabilistiche, si può cioè stimare la probabilità che si verifichi un terremoto di una certa magnitudo, in un determinato intervallo di tempo e in una certa area”.
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