Tor Bella Monaca (Roma): guerra tra pusher nigeriani a colpi di machete

ROMA – Una guerra tra decine di nigeriani con massacri a colpi di machete e armi ‘tribali’. Succede alla periferia di Roma, tutto  per il controllo del territorio nello spaccio di eroina nella zona.

Il quartiere di Tor Bella Monaca, in passato teatro di episodi di razzismo, stavolta è lo scenario di violenze sanguinarie tra bande di africani. Di questi, undici sono stati arrestati nella notte tra domenica 3 e lunedì 4 aprile dai carabinieri. Sono ritenuti responsabili del secondo di due raid in soli tre giorni, avvenuto domenica contro un nigeriano di 25 anni, ridotto in fin di vita dopo essere stato quasi decapitato. Il giovane è stato vittima della furia vendicativa dei suoi connazionali: era probabilmente tra gli autori di un’altra spedizione punitiva avvenuta tre giorni prima nella stessa zona e con le stesse modalità nei confronti di un nigeriano della banda rivale.

Quest’ultimo, di 31 anni, è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Tor Vergata. Dopo il primo episodio di giovedì scorso è scattata la ritorsione dell’altro gruppo. Niente pistole. Solo armi che ricalcano esecuzioni in stile tribale, come i bastoni con intarsi africani. Ieri, in pieno giorno gli undici cittadini nigeriani ora arrestati, che hanno tra i 20 e i 38 anni, si erano accaniti contro la vittima colpendola con catene, bottiglie e, alla nuca, con un machete. Lo hanno quasi decapitato, lasciando cadere sull’asfalto le sue treccine di capelli insanguinate. Gli aggressori avevano prima seguito la ‘preda’ a bordo di alcune auto, poi la hanno rincorsa a piedi bloccandola in un vicolo cieco. Alcuni testimoni hanno assistito all’aggressione e hanno indicato il modello delle auto utilizzate per il raid.

Attraverso i dati sulle vetture, i carabinieri sono risaliti a un’abitazione della borgata Finocchio, dove vivevano i nigeriani fermati assieme alle proprie famiglie. Nella notte èscattato il blitz. All’arrivo dei militari, dall’abitazione è arrivato un lancio di piatti, posate e borsoni e altri tentativi di aggressione. Nelle auto parcheggiate, con i sedili sporchi di sangue, sono state trovate catene, mazze da baseball e il fodero di un machete e bastoni spaccatesta in stile africano. Ma gli autori del primo raid di giovedì scorso, a parte il 25enne in fin di vita, sono ancora ricercati e in queste ore i carabinieri stanno lavorando per mettersi sulle loro tracce.

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Emiliano Condò