LAMPEDUSA – Sono in duemila i migranti tunisini che sono fermi al centro di accoglienza di Lampedusa e i trasferimenti procedono a rilento. Si teme che si sollevi la protesta.
Eppure loro continuano ad aspettare. «Meglio morire che tornare in Tunisia», dice Sofen, 26 anni. Ma Lampedusa è «un’isola al collasso», dice il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis.
Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera “mercoledì sera quando un centinaio di tunisini in corteo si sono aggregati ai giovani dell’associazione Askavusa, al ritmo dei jembèè, con balli e canti per dire «Tahia Roma, Tahia Italia, Viva Roma, Viva l’Italia». Agitavano anche un cartello con il simbolo dell’Unione europea, le dodici stelle. Eloquente la scritta: «11 stelle con la bocca cucita, solo una che brilla, l’Italia”.