BARI – Il posto da giornalista (consulente per il servizio di comunicazione istituzionale dell’Ufficio Stampa) all’Università di Bari, era uno. E, al termine della selezione se lo è aggiudicato un pubblicista esperto. Forse troppo esperto, visto che ha 78 anni, si chiama Egidio Pani, ed è anche ex vicesindaco di Bari ed ex dirigente della Regione Puglia, dove ha anche svolto le funzioni di capo di gabinetto del presidente (in legislature passate).
Una scelta, questa, che ha scatenato la polemica tra Associazione della Stampa di Puglia e Università degli studi di Bari. Per il presidente di Assostampa, Raffaele Lorusso, “la selezione pubblica richiederebbe una maggiore attenzione alle condizioni del mercato del lavoro. Sarebbe un segnale decisamente più utile di tanti convegni sulla fuga dei cervelli ed eviterebbe a molti di pensare che le selezioni pubbliche sono soltanto una perdita di tempo e di denaro”.
La vicenda era nata per un bando emesso dall’Università nel quale tra i requisiti per i candidati si chiedeva ”l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti da almeno 25 anni”. In conseguenza delle proteste dell’Associazione della stampa, il bando fu modificato, consentendo la partecipazione al concorso a chiunque, oltre a possedere altri requisiti, fosse iscritto all’Ordine, senza indicazioni temporali per l’iscrizione.
All’esito del concorso che ha visto vincitore Pani, Assostampa ha innescato la polemica sottolineando la questione della disoccupazione di molti giovani giornalisti divenuti professionisti anche tramite un master universitario, il cui accesso costa 8.000 euro e rilevando che il risultato del concorso “rispecchia esattamente l’indirizzo della prima stesura del bando: il vincitore ha più di 25 anni di iscrizione all’Ordine dei giornalisti”.
Lorusso ha polemizzato anche sul fatto che l’Università aveva “ritenuto di individuare i requisiti di alta professionalità, richiesti nel bando in un giornalista pubblicista, che nella propria vita ha esercitato principalmente un’altra attività”. Alla replica del rettore che l’Università non cercava un giornalista ma una figura in grado di riorganizzare la comunicazione istituzionale Lorusso replica oggi parlando di vicenda dai ”contorni sempre più grotteschi” e chiedendosi se il rettore ”non abbia letto il bando di selezione pubblica, che per come era stato messo a punto non poteva che spianare la strada ad un pensionato di lungo corso”.
“Per come sono andate le cose, è una fortuna per il vincitore – aggiunge – che nessun novantenne abbia ritenuto di partecipare. E ancora: se l’Università non era alla ricerca di un giornalista, perché ha chiamato a far parte della commissione il presidente dell’Ordine dei giornalisti?”. Lorusso replica anche alle dichiarazioni del rettore sull’esiguità del compenso previsto per il vincitore del concorso: 18.000 euro netti l’anno.
“Stupisce – dice il presidente di Assostampa – che il rettore tenda a sminuire l’entità del compenso di 18mila euro che sarà riconosciuto al vincitore. La cifra sarà irrisoria per chi percepisce ben altri emolumenti, ma non certo per i tanti giornalisti disoccupati e per gli studenti che frequentano il master universitario in giornalismo con la speranza di un’occupazione. Perché il professor Petrocelli non prova a spiegare la propria scelta anche ai giovani ricercatori, per i quali i fondi a disposizione sono sempre più esigui?”.