L’universo è una simulazione del computer? “Matrix” alla University of Washington

L’universo è una simulazione del computer? “Matrix” alla University of Washington

ROMA – “Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio”. Pillola azzurra o pillola rossa? Realtà o simulazione? Film o scienza?

I fisici dell’Università di Washington hanno declinato in realtà la filosofia di Matrix e hanno messo a punto un nuovo esperimento per verificare se in realtà l’universo sia un software, un modello simulato.

Pillola azzurra o pillola rossa?

La pillola rossa è questa: ogni civiltà può trasformasi in uno stadio ‘post-umano’ e imparare ad eseguire simulazioni in scala dell’universo e, data la dimensione dello spazio e della realtà (miliardi di mondi, miliardi di soli) è abbastanza probabile che questo sia già successo.

E se fosse vero? Allora sarebbe altamente probabile che noi facciamo parte in realtà di un sistema simulato. Forse il nostro pianeta sarebbe solo una piccola parte di un meccanismo virtuale. L’alternativa è assurda: noi non siamo l’unica civiltà, non siamo l’unico universo.

Ma non è solo teoria. Dei ricercatori presso l‘Università di Bonn, in Germania, sono infatti riusciti a dimostrare che la teoria del ‘Matrix’, dell’universo virtuale, in realtà potrebbe non essere così assurda.

Martin Savage, professore dell’Università di Washington ha affermato che “i nostri computer possono simulare l’universo soltanto attraverso i nuclei dell’atomo, ma queste simulazioni mostrano dei limiti che ci possono far dedurre che possano esistere modelli maggiori di universo”. Limiti che probabilmente ci potrebbero far pensare che un altro Universo è possibile.

Savage quindi dichiara che “i computer utilizzati per effettuare queste simulazioni dividono lo spazio in una griglia a quattro dimensioni. Lavorando in questo modo i ricercatori possono esaminare la forza che lega insieme le particelle subatomiche, i neutroni e i protoni, compreso lo studio delle ‘singatures. Studiando le ‘signatures’ , e le limitazioni dei raggi cosmici, sperano di trovare ‘somiglianze’ all’interno del nostro stesso universo”.

E se queste ‘signatures’ apparissero due volte all’interno dello stesso universo? Allora vorrebbe dire che stiamo vivendo in una realtà simulata. Forse.

“Creando una simulazione più grande potrebbe nascere qualcosa di simile al nostro universo”. Pillola azzurra o pillola rossa?


Published by
Gianluca Pace