ROMA – I laureati scientifici in Italia costano allo Stato 500 mila euro per la loro preparazione, ma difficilmente trovano lavoro. Accade allora che questi giovani laureati scientifici vadano ad occupare dei 3 milioni di posti di lavoro messi a disposizione negli Stati Uniti per i giovani e promettenti scienziati. Nonostante la crisi economica in America, le assunzioni in campo scientifico sono state milionarie, con 607 mila posti di lavoro solo nell’istruzione e nel sistema sanitario. Secondo gli economisti il 50 per cento della crescita del prodotto interno lordo Usa dipende proprio dall’innovazione e dai brevetti registrati. L’Italia non solo prepara i giovani nel miglior modo, ma poi “regala” all’estero i miliardi di euro che potrebbe fare con brevetti ed investimento nella ricerca scientifica.
Secondo uno studio della National Science Foundation del 2008 oltre il 50 per cento dei dottorati in ingegneria, matematica, informatica, fisica ed economia è stato conseguito da studenti stranieri in America. Gli studenti sono favoriti da permessi di soggiorni per studio validi per 2 anni e mezzo, che spesso vengono regolarizzati dalle stesse aziende per tenerli nel proprio organico. Solo tra il 1990 ed il 2000 gli asiatici laureati in patria ed impiegati negli Usa sono aumentati da 141 mila a 460 mila.
La Nafsa, associazione per la promozione degli studi internazionali, ha spiegato in alcuni studi come il mercato degli studenti sia un affari miliardario: nell’anno accademico 2009-2010 il contributo dei 723.277 studenti stranieri e delle loro famiglie all’economia Usa è stato di 19 miliardi di dollari. La cifra aumenta ancora se si considerano anche il contributo, in termini di brevetti, dei ricercatori stranieri post-dottorato che negli Usa sono 113.494.
Se gli Usa puntano sull’innovazione, l’Italia non lo fa. Secondo un rapporto Ocse nel 2008 il belpaese ha investito nell’istruzione appena il 4,8 per cento del Pil, circa l’1,3 per cento in meno della media Ocse su tutti gli altri paesi che è del 6,1 per cento. Un investimento minimo, che la posizione al 29 esimo posto in una classifica di 34 paesi.