ROMA – Una vera e propria “autostrada dell’inferno”: è stata chiamata così, a ragione, l’eruzione del vulcano Irazù, in Costa Rica. I ricercatori della Columbia University di New York hanno scoperto come avviene l’eruzione di questo vulcano, che con i suoi 3.400 metri è il più grande del Paese.
Analizzando la composizione di alcune rocce espulse dal vulcano Irazù nel corso della grande eruzione avvenuta tra il 1963 e 1965, i ricercatori sono riusciti a ricostruire le dinamiche che hanno spinto la risalita del magma. I dati mostrano che la risalita della lava dalle profonde e poco conosciute regioni del mantello sia avvenuta molto rapidamente, pochi mesi o al massimo un anno.
La scoperta è stata possibile analizzando alcuni inusuali cristalli di olivina, un minerale presente nelle ceneri eruttate. Questi cristalli hanno permesso di memorizzare nella loro struttura le differenti fasi che hanno attraversato e i tempi impiegati durante la loro risalita dal mantello.
In questo modo è emerso che, a differenza di quanto si pensava finora, la lava di questo tipo di vulcani troverebbe una sorta di autostrada che ne permetterebbe la salita rapida. Se queste autostrade si dimostrassero tipiche anche di altri vulcani, le analisi sismiche e della deformazione del terreno potrebbero fornire informazioni più precise per capire in anticipo le rapide risalite di lava e le successive eruzioni.