ROMA – Cosa accadrebbe se il vulcano Marsili eruttasse? Uno tsunami travolgerebbe le coste tirreniche, dalle isole Eolie alla Sicilia, dalla Campania alla Calabria. Il sito Nextme lancia l’allarme prevenzione, soprattutto perché accanto a Marsili “dorme” un secondo vulcano, il Valinov.
Se prevedere un’eruzione, così come un terremoto, non è possibile ad oggi per la scienza, quello che si può fare è prevenire. La risposta può essere un monitoraggio scrupoloso, per poter almeno cogliere quei campanelli di allarme quali sismi e aperture di crateri secondari.
Il sito Nextme fa il conto dei possibili danni:
Se Marsili dovesse svegliarsi, i danni potrebbero essere incalcolabili e imprevedibili. Il rischio di un forte tsunami sarebbe in agguato. La fuoriuscita del magma e le frane delle pendici del monte provocherebbero uno smottamento talmente forte da creare delle onde della velocità di 500 chilometri orari. In pochi minuti, le coste tirreniche sarebbero invase. Dalle isole Eolie alla Sicilia, dalla Calabria alla Campania, il mare si abbatterebbe invadendo la terra ferma.
La prevenzione è sicuramente una risposta per le catastrofi naturali che incombono sul territorio. Il vulcano Marsili fa paura, ma un suo studio approfondito potrebbe permettere di sfruttarlo come potente risorsa energetica. Se l’energia non interessa ci sono poi le barzellette, c’è chi si augura, ovviamente scherzando, che il Marsili faccia strage di meridionali. Uno scenario che forse, secondo la stima dei danni di un’eruzione corredata di tsunami, non suscita poi troppe risate.