La Apple ha ritirato dal suo App Store, il negozio virtuale della casa di Cupertino, il programmino a pagamento che permetteva di fruire dei contenuti aggiornati di Wikileaks, il sito creato da Julian Assange. Non è chiaro se la decisione del gruppo guidato da Steve Jobs, che non di rado ha ritirato in passato programmi non graditi dal suo App Store, sia un nuovo caso di censura sui contenuti (e già successo con le App erotiche per esempio) o se sia da legare al no generico della Apple a qualsiasi tipo di raccolta fondi, con l’eccezione delle organizzazioni caritatevoli.
La App Wikileaks, messa a punto da un programmatore indipendente non collegato al sito sulle fughe di notizie né alla casa di Cupertino, costava 1,79 dollari negli Usa, 1,59 euro in Europa. Il programmatore si era impegnato a devolvere un dollaro per App venduta a non meglio precisati organismi presenti sul web per la difesa della liberta’ di espressione.
Al New York Times una portavoce della Apple, Trudy Muller, ha spiegato che la App è stata ritirata perché ”ha violato le nostre regole-guida per gli sviluppatori”.
”Le App – ha aggiunto la portavoce – devono rispettare tutte le leggi locali e non possono mettere i pericolo individui o gruppi di persone”. In tutto la App Wikileaks, che sarebbe ancora disponibile invece sul negozio virtuale di Google per i dispositivi Android, e’rimasta circa tre giorni sull’App Store, e secondo il Washington Post ne sarebbero state vendute un migliaio. La Apple e’ il sesto grande gruppo internazionale ad avere in qualche modo tolto il proprio appoggio a Wikileaks, dopo Amazon, PayPal, Visa, Mastercard e Bank of America.