Yara, l’elettricista polacco andato via dall’Italia: “Io non c’entro niente”

Yara Gambirasio

ROMA – ”Io non c’entro nulla” con la morte di Yara Gambirasio: così risponde l’elettricista polacco di 37 anni che per qualche tempo ha lavorato nel cantiere di Mapello (Bergamo), nei pressi del luogo dove lo scorso novembre è stata uccisa la ragazzina.

Rintracciato da ‘Quarto Grado’, l’intervista telefonica sara’ trasmessa stasera su Retequattro in prima serata. Secondo indiscrezioni – riferisce un comunicato che ha anticipato stralci dell’intervista – l’elettricista lavorava proprio nel magazzino dove i cani avrebbero fiutato tracce di Yara, e avrebbe guidato un furgone come quello bianco, visto la sera della sua scomparsa.

Ma l’uomo nega: ”il mio furgone era rosso”, dice. ”Ho lasciato l’Italia il 3 dicembre alle 2 di notte. Sono partito con la mia macchina dalla casa di un mio amico a Gollago”. Alla domanda se abbia mai chiarito la sua posizione con i carabinieri, l’elettricista risponde: ”Un giorno di dicembre ho chiamato un carabiniere di Ponte San Pietro perché mi ha telefonato un mio amico: il mio caposquadra metteva in giro la voce che mi stavano cercando. Ho lasciato tutti i miei dati, i numeri di cellulare. Ho lasciato anche il codice fiscale. Ho detto: ‘quando avete bisogno sono pronto a venire in Italia per spiegare le cose’. Fino a ieri – ha aggiunto l’uomo – non mi ha risposto nessuno”.

L’elettricista vorrebbe trovare un ”contatto con i poveri genitori della ragazzina” per telefonare loro e dire ”io non c’entro nulla”. La sera della scomparsa di Yara l’elettricista polacco riferisce di aver finito di lavorare alle 18 e, dopo essersi cambiato i vestiti nel giro di quarto d’ora-venti minuti, di essere uscito per ”tornare a casa, per fare una doccia e mangiare qualcosa e riposare un pochino e basta”. ”Tutte le sere abbiamo fatto cosi’. Poi – conclude – entriamo a casa prima delle sette. Siamo stati insieme con un furgone. Quello scuro”.

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