Yara. La mano “incerta” dell’assassino: è una donna? Controlli sul Dna su 40 persone

Yara Gambirasio

CHIGNOLO D’ISOLA (BERGAMO)- Ha provato a scappare Yara, si è messa a correre nei campi, il suo assassino l’ha raggiunta, l’ha colpita di spalle e poi l’ha finita strangolandola forse perché aveva poca forza. Per questo si affaccia l’ipotesi che sia una donna ad avere ucciso la tredicenne di Brembate Sopra, Bergamo, trovata cadavere a esattamente tre mesi dalla sua scomparsa avvenuta il 26 novembre scorso. Il suo Dna sarà tra quei 40 circa che sono stati controllati?

E’ durata venti metri la fuga di Yara, dalla macchina con cui è arrivata a Chignolo d’isola fino a quelle luci dei capannoni industriali vicini ma mai raggiunti. Poi è stata presa, l’assassino ha prevalso anche se le coltellate che le ha inferto alla gola, al torace e alla schiena  agli investigatori sembrerebbero “incerti”, “quasi insicuri”, secondo quanto ricostruisce Luca Lippera sul Messaggero.

Ecco perché sarebbe plausibile che il responsabile dell’omicidio sia una donna che poi ha concluso il suo lavoro con le mani, portandole al collo della piccola atleta.

Yara sarebbe morta lì, in quel campo, anche perché sotto le sue scarpe, un paio di All Star nere, non c’è traccia di terra: non sembra che sia stata trascinata.

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luiss_smorgana