Adriano Celentano al Corriere sul caso Preiti: “La velocità degli sciacalli”

ROMA – “Il disagio sociale non giustifica le pallottole esplose contro i due servitori dello Stato. Ed è meschino e ipocrita da parte di certa stampa speculare su una tragedia, per farne un’arma contro l’avversario politico”. Adriano Celentano scrive un lungo articolo per il Corriere della Sera dal titolo “La velocità degli sciacalli”. Si parla di Luigi Preiti, e Celentano commenta: “L’uomo che ha sparato non è un folle, ma solo un esibizionista che voleva risolvere il suo disagio sociale con la violenza, prodotto soprattutto dal vizio del gioco d’azzardo, anziché rimboccarsi le maniche e ricominciare da capo”.

Scrive Adriano Celentano:

Anche questo è un LAVORO. Ed è il più NOBILE dei lavori. Ma lui, il giocatore di biliardo, «bravo con la stecca» dicono, voleva essere bravo anche con la pistola. E così quattro anni fa ne ha comprata una per allenarsi. «Non si può mai sapere, c’è sempre qualcuno da uccidere». E l’ora più adatta per il grande debutto verso il baratro non poteva che essere nel giorno in cui si sarebbe dovuto festeggiare la nascita del nuovo governo. Quale momento migliore per passare alla storia in questa di vita in cui prima o poi, anche senza pallottole, dobbiamo morire tutti. E quanto ci costa questo atto «eroico» il cui potere di annientare vive solo il tempo di premere un grilletto?

È incredibile come l’uomo riesca a bruciare la propria vita in un tempo così fulmineo. Come è altrettanto incredibile la velocità di certi SCIACALLI nel gettare fango verso chi ha generato invidia per aver fatto una campagna elettorale senza soldi, in nome di un programma altamente democratico come quello del M5S, e che al contrario di chi li accusa, ha invece generato la speranza in un mondo tutt’altro che ostile e soprattutto: CONTRO ogni genere di violenza.

Bisogna essere cretini, ma cretini non lo sono, per non capire che i toni eccessivi di Grillo, che non sempre condivido, non possono e mai potranno generare violenza. Per il semplice fatto che quei toni sono parte integrante della sua sfera comica e suonano più che altro come un modo per spezzare la tensione nei suoi comizi. Per quanto mi riguarda e per come sono stato educato non c’è «disagio» che tenga per chi spara contro persone innocenti come al bravo carabiniere Giuseppe Giangrande, la cui unica colpa era quella di difendere la sacralità della VITA.

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Alessandro Avico