Altro che Netanyahu o Barak: è Zuckerberg l'ebreo più importante

TEL AVIV, 8 GIU – Ha solo 27 anni, non e' israeliano e regna anzi su una realta' extraterritoriale come quella di Facebook l'ebreo che piu' conta al mondo. A decretarlo e' il quotidiano conservatore Jerusalem Post, che nella sua lista annuale dei 50 ebrei ritenuti piu' influenti per i destini della loro comunita' fa balzare in testa in questo 2011 Mark Zuckerberg, scalzando dal primo gradino del podio niente meno che il premier d'Israele in carica, Benyamin Netanyahu. Mentre inserisce nelle posizioni di rincalzo anche un'inedita presenza italiana, quella della giornalista e deputata berlusconiana Fiamma Nirenstein, al 36/mo posto.

La classifica fa segnare una decisa svolta rispetto al 2010. E accredita l'idea che il potere politico sia costretto in qualche modo a cedere il passo a quello dei social network, aperti a una platea globale di miliardi di navigatori. Zuckerberg, il giovanissimo miliardario americano patron di Facebook, si ritrova cosi' proiettato al primo posto davanti a Netanyahu. Mentre alla casella numero 3 spunta Sheryl Sandberg: prima donna del lotto, anche lei individuata sul ponte di comando di Facebook.

Seguono figure piu' tradizionali come il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, il capo di Stato maggiore, Benny Gantz, e il direttore uscente del Mossad, Meir Dagan: protagonista proprio in queste settimane in Israele di una polemica clamorosa contro Netanyahu e lo stesso Barak, accusati di ''avventurismo'' nei riguardi di dossier delicati (quello dei programmi nucleari iraniani e del negoziato con i palestinesi) sui quali il vecchio 007 predica invece estrema moderazione.

Fra i primi 10 ebrei del pianeta (i 'Top Jewish') non mancano Dennis Ross, consigliere diplomatico per il Medio Oriente di Barack Obama come di altri presidenti Usa prima di lui, il banchiere centrale americano Ben Bernanke e quello israeliano Stanley Fischer. Nonche' – un po' a sorpresa – il ministro d'Israele della 'propaganda' e della diaspora, Iuli Edelstein.

Piu' indietro, al 17/mo posto, viene collocata l'ex ministra degli Esteri e leader di Kadima (opposizione centrista all'attuale governo destrorso di Netanyahu), Tzipi Livni, preceduta da due ambasciatori (Ron Prosor, appena nominato capo delegazione d'Israele all'Onu, e lo storico Michael Oren, a cui e' affidata la sede di Washington), ma anche da due parlamentari americani: il falco repubblicano Eric Cantor e la democratica Debbie Wasserman Schultz.

Solo 22/mo risulta il presidente Shimon Peres, grande vecchio della politica israeliana: messo alle spalle del miliardario kazako Aleksandr Mashkevitch, alfiere dell'emergente Congresso ebraico euro-asiatiaco, attivo fra Mosca e l'Asia centrale, ma lasciato almeno due posizioni avanti a Natan Sharansky, l'ex dissidente sovietico oggi presidente dell'Agenzia ebraica mondiale.

Fra le curiosita', si segnala l'ascesa di diversi rabbini, la significativa esclusione del ministro degli Esteri (e tribuno della destra radicale israeliana), Avigdor Lieberman, e l'ingresso al 44/mo posto di Orna Barbivai, primo generale-donna nominato in Israele a capo di un dipartimento dello stato maggiore di Tzahal.

In chiave italiana, infine, fa notizia l'inclusione di Fiamma Nirenstein, alla quale il Jerusalem Post attribuisce un'azione rilevante in favore d'una politica filo-israeliana a Roma. Ruolo che vale alla deputata del Pdl quattro posizioni di vantaggio sul rabbino capo sefardita d'Israele, Shlomo Amar, ma pure due sulla stella hollywoodiana Natalie Portman. E ben 14 sulla top-model Bar Refaeli: confermata nella lista – sebbene 50/ma su 50 – anche dopo essere stata piantata da Leonardo di Caprio.

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Maria Elena Perrero