VENEZIA – ''Marco Polo non arrivo' mai fino a Pechino, si fermo' molto prima'': e' la tesi di Daniele Petrella, archeologo dell'Universita' di Napoli e direttore di una missione archeologica italiana in Giappone, intervistato sul nuovo numero del mensile Focus Storia.
La nuova ipotesi sul viaggio del veneziano piu' celebre del mondo e' che Polo non sarebbe mai arrivato a Pechino, ma si sarebbe fermato molto prima, forse sulle rive del Mar Nero, dove sarebbe venuto in contatto con viaggiatori persiani, raccogliendo da varie fonti di seconda mano le notizie riportate nel Milione.
''Non ci sono in realta' elementi per stabilire una verita' definitiva – afferma Petrella – fino a questo momento i principali indizi che Marco non sia arrivato fino a Pechino si sono basati sullo studio del testo del Milione. Da archeologi, noi siamo andati alla ricerca del dato materiale, cioe' di prove concrete di quel viaggio. E proprio quanto emerso nel corso della nostra missione archeologica mi fa dubitare di quei racconti''. In dubbio, in particolare, uno dei principali eventi storici descritti nel Milione: il tentativo di Kublai Khan di invadere il Giappone, uno dei principali eventi storici descritti nel Milione.
''I tentativi di sbarco furono due, nel 1274 e nel 1281 – dice l'archeologo -. Marco Polo li confonde, mischiando circostanze riguardanti la prima spedizione e altre della seconda. Racconta che gli uomini di Kublai Khan tornarono dal Giappone descrivendo un Paese ricchissimo, con i tetti dei palazzi ricoperti d'oro''.
''Si riferisce probabilmente alla spedizione dei delegati mongoli che fu la premessa al primo tentativo d'invasione – precisa lo studioso -, descrive poi la flotta che salpo' dalla Corea e il tifone che la affondo' prima di raggiungere le coste giapponesi, che e' pero del 1281. Com'e' possibile che un testimone diretto faccia confusione tra fatti separati da sette anni?''.
Inoltre, Marco Polo ''e' assai sintetico nel descrivere la flotta mongola. Eppure doveva essere alquanto imponente, visto che alcune fonti parlano addirittura di 4.500 navi. Uno schieramento che avrebbe colpito qualsiasi osservatore. Invece – aggiunge – gli unici dati riportati sono le dimensioni delle imbarcazioni. Inoltre Marco Polo dice che gli alberi delle navi erano cinque. Invece erano tre, piu' un quarto albero mobile. Descrive le imbarcazioni come vascelli da guerra, invece erano navi mercantili, senza remi''.
''E non accenna – conclude – alla bussola, di invenzione cinese''.