ROMA – Sono 7 milioni, vivono ancora con
mamma e papa', ma quasi tutti vorrebbero andarsene di casa:
tuttavia non possono, perche' non hanno un lavoro, se ce l'hanno
sono precari e, in ogni caso, le abitazioni costano troppo. E'
l'identikit, tracciato da una ricerca Cgil-Sunia, dei
bamboccioni per necessita' e non per scelta, quei giovani tra i
18 e i 34 anni (il 40% ne ha piu' di 25) che non riescono a
emanciparsi dal nido familiare nonostante il desiderio di farlo.
Lo studio, che riguarda la condizione abitativa dei giovani
e rientra nella campagna 'La casa nel percorso di autonomia
delle nuove generazioni', indica nel diabolico incrocio 'canoni
troppo alti' e 'redditi troppo bassi' la ragione principale che
impedisce a quella che ormai e' riconosciuta come la generazione
'mille euro' di mettere su casa: circa il 60% dei giovani,
infatti, percepisce un reddito mensile inferiore a tale cifra e,
a questo dato gia' allarmante, occorre aggiungere un tasso di
disoccupazione giovanile che nel marzo 2011 ha toccato il 28,6%,
un 20% che non studia e non lavora, un 30% che ha un lavoro
atipico. I canoni d'affitto, d'altra parte, ammontano in media a
1.020 euro per i nuovi contratti e a 750 euro per i rinnovi.
Una trappola, dunque, dalla quale e' difficile uscire, anche
se la voglia di farlo non manca: solo il 9%, infatti, sta bene a
casa. Gli altri vorrebbero volare via (il 88% sarebbe disposto
anche a cambiare citta'), per avere un'indipendenza economica
(47%), sposarsi o convivere (18%) e misurarsi da soli con la
vita (15%). La rassegnazione, pero', si fa spazio: il vivere in
famiglia, infatti, viene percepito come un fatto normale dal 55%
e come un problema dal 40%. Ancora piu' ampia (60%) la quota dei
genitori che considerano il fenomeno come una cosa normale.
Per la generazione 'mille euro', insomma, affrancarsi dalla
famiglia e' sempre piu' complesso, per questo la Cgil, come
afferma il responsabile per le politiche abitative Laura
Mariani, ritiene ''indispensabile rivendicare un 'patto per
l'abitare' che sia in grado di far incontrare la domanda dei
bisogni giovanili con un'offerta adeguata in modo da regolare un
mercato con trasparenza'': per fare in modo che l'Italia lasci
l'ultima posizione nella classifica dei principali Paesi
europei, che vede in testa Finlandia, Olanda e Regno Unito, e
liberi ragazzi e ragazze dalla ''coabitazione forzata'' con le
famiglie.
