ROMA – Una classifica non tanto, o almeno non solo, basata sui soldi, ma soprattutto sull’influenza. La classifica delle cento donne più potenti al mondo stilata da Forbes per il 2011 è quanto mai all’insegna del potere, dimotrato soprattutto in occasione della primavera araba che ha sconvolto gli equilibri non soltanto mediorientali.
Lo chiariscono le prime posizioni: in testa c’è il cancelliere tedesco Angela Merkel, “indiscusso” leader dell’Unione europea, seguito dal segretario di Stato americano Hillary Clinton, ben lontana dai tempi in cui era soltanto una first lady. Medaglia d’argento per un’altra politica di portata mondiale: la presidente brasiliana Dilma Rousseff. Anche per lei la definizione di “pupilla di Lula” è solo un ricordo.
Incensate dal ruolo svolto durante le rivolte arabe anche le dissidenti Sheryl Sandberg (posizione numero 5) e Katie Jacobs Stanton (posizione numero 56), promotrici della rivolta dalle barricate rispettivamente di Facebooke Twitter.
Vengono ancora dal mondo politico l’aspirante candidata repubblicana alle presidenziali americane Miche Bachmann (posizione numero 22), che ha offuscato la notorietà della collega Sarah Palin, al 34° posto, e il ministro dell’economia francese Christine Lagarde, al nono posto.
Molte anche le imprenditrici e regine dei media: da Arianna Huffongton (posizione numero 31), fondatrice dell’omonimo “Post”, alle regine dell’import Cher Wang (numero 20), Zhang Xin (numero 48),
Dal mondo della comunicazione e dell’informazioni vengono la neodirettrice del New York Times, Jill Abramson (posizione numero 12), la direttrice di Bbc News, Helen Boaden (numero 51), le giornaliste Christiane Amanpour (numero 44), Diane Sawyer (numero 47), Ann Curry (numero 66) e Greta Van Susteren (numero 75).
Volti più popolari, potenti non solo per la propria professione ma anche per il proprio impegno umanitario, sono quelli di Lady Gaga (al numero 11) e Angelina Jolie (numero 29), ma anche Oprah Winfrey e J. K. Rowling.
Dalle Nazioni Unite vengono Josette Sheeran (numero 30), del Programma alimentare mondiale, e Helen Clark (numero 50), del programma di sviluppo dell’Onu.