ROMA – Hai un problema? Chiama il consulente filosofico. E’ l’ultima novità per chi cerca un aiuto. Insomma, quello che un tempo era il ruolo svolto dal confessore, poi dall’analista, ora spetta al filosofo.
La nuova figura è nata nel 1981, ma in Italia è arrivata solo nel 2000. L’aiuto è molto pratico ma anche semplice, senza pillole, libri, o altro. Si rivolge a singoli e collettività, come aziende o famiglie.
“Aiutiamo le persone a mettere in discussione la loro interpretazione della realtà – spiega a Repubblica Neri Pollastri, presidente di Phronesis, la prima associazione di consulenti filosofici in Italia – cerchiamo con loro di affrontare i problemi usando categorie e sistemi valoriali diversi, facendo leva sulla tradizione filosofica. Il punto è l’approccio: noi aiutiamo a mettere in crisi il proprio sguardo sul mondo, a rivedere le opinioni. E’ un’azione che fa bene alle persone così come ai team aziendali, per trovare motivazione, coesione, vision per il futuro”.
Un percorso di consulenza filosofica, di solito, non dura più di una dieci-dodici sedute, dalla durata variabile. Pollastri spiega anche in che cosa consistono gli incontri: “Nei primi incontri mi faccio raccontare tutto il possibile, per avere le informazioni necessarie a capire la persona e la sua situazione. Poi, inizia la dialettica. Provo a sfidare i preconcetti con cui quel soggetto interpreta la realtà. Spesso il confronto è accesso, ma proprio per questo stimolante”.
