Craigslist toglie alla stampa l’ultima risorsa: gli annunci erotici

Crescita straordinaria degli introiti per Craigslist, il sito di annunci più popolare del mondo, che si prepara quest’anno a veder aumentare i propri guadagni del 22 per cento. Alla base del successo, secondo il New York Times,  sarebbero i controversi annunci erotici, già finiti lo scorso anno nel mirino del Dipartimento di Giustizia americano, che aveva accusato il sito di favorire la prostituzione.

Le più severe misure di controllo sugli annunci postati dagli utenti, adottate lo scorso anno dopo l’omicidio di una giovane “massaggiatrice” conosciuta dal killer attraverso il sito, non eviterebbero comunque l’utilizzo del servizio per fini illegali. Né scongiurerebbero il rischio di nuove tragedie, dal momento che solo due mesi fa una ragazza era stata violentata dopo che l’ex fidanzato, per vendetta, aveva postato a nome suo un annuncio in cui chiedeva di essere stuprata da uno sconosciuto.

Le inserzioni “a luci rosse” arriverebbero quest’anno a fruttare a Craigslist ben 36 milioni di dollari, tre volte quanto avevano previsto le stime realizzate dall’Advanced Interactive Media Group nel 2009. Sulla base degli annunci a pagamento pubblicati sul sito nel febbraio 2010, l’azienda ha rivisto al rialzo le proiezioni, arrivando a prevedere incassi record da 122 milioni di euro. Soldi guadagnati, però, pubblicizzando soprattutto la prostituzione. Un’attività che, secondo le autorità, renderebbe Craigslist il più grande “hub” online per la vendita di favori sessuali.

Solo la scorsa settimana, per esempio, l’Fbi ha arrestato 14 membri del clan Gambino accusati, tra le altre cose, di sfruttare la prostituzione di ragazzine tra i 15 e i 19 anni tramite Craigslist.

Nonostante i pubblici ministeri di 40 Stati americani abbiano indagato la società per favoreggiamento della criminalità, Craigslist è sempre riuscita a cavarsela grazie al Communications Decency Act, che solleva gli amministratori del sito da ogni responsabilità per gli annunci postati dagli utenti.

Nel maggio scorso, dopo essere finita al centro di vari scandali legati alla prostituzione, l’azienda promise che avrebbe filtrato manualmente ognuno dei post. Ma, contemporaneamente, decise di non dare più in beneficienza i proventi degli annunci erotici (passati da 5 a 10 euro l’uno), specificando che non avrebbe dato spiegazioni sull’impiego di quel denaro.

A chiederle ugualmente, ci ha pensato la settimana scorsa il procuratore generale del Connecticut, Richard Blumethal, in una lettera inviata al legale di Craigslist. Il magistrato si è lamentato della continua presenza di inserzioni erotiche sospette e ha chiesto al sito come intenda fronteggiare il problema e, soprattutto, quale sia l’entità dei guadagni procurati all’azienda da quel tipo di annunci.

In un’e-mail, Jim Buckmaster, CEO di Craigslist dal 2000, ha dichiarato che «l’uso improprio del sito a scopi criminali è assolutamente inaccettabile e che Craigslist continuerà a collaborare con la giustizia e con le organizzazioni non governative che lottano contro la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani finché il fenomeno non cesserà».

L’amministratore delegato si è rifiutato di rivelare come vengano utilizzati i proventi delle inserzioni a luci rosse, ma ha ricordato le iniziative di beneficienza in cui la società è impegnata attraverso due organizzazioni parallele: la Craigslist Foundation (che nel 2008 ha ricevuto 648 mila dollari) e la Craigslist Charitable Trust, che da sola vale 2,7 milioni di dollari. In realtà, però, non è dato sapere se le due associazioni devolvano realmente soldi ai bisognosi, dal momento che ciò non rientra nella loro “mission” né risulta dai documenti pubblici che il New York Times ha potuto esaminare.

Dal momento che le spese sostenute dal sito non eccedono i 50 milioni di dollari l’anno, è plausibile immaginare che la fetta più grossa dei controversi guadagni finisca dritta nelle tasche dei due maggiori azionisti e, cioè, del fondatore Craig Newmark e dello stesso Buckmaster.

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