MILANO – Quando piove, piove per tutti. La metafora popolare ben si adatta al crollo delle assunzioni in Italia, una piaga congiunturale che non investe più solo gli italiani “autoctoni” ma anche gli stranieri, che solo fino a due anni fa erano gli unici a segnare – addirittura – un aumento occupazionale costante. La Fondazione Moressa, dedita alle analisi sulle caratteristiche delle comunità straniere in Italia e che ha rielaborato i dati Excelsior-Unioncamere sulle previsioni di occupazione per quest’anno, segnala che entro la fine del 2011 saranno 138mila le nuove assunzioni di stranieri nelle aziende italiane, ovvero il 23,6 percento in meno rispetto all’anno scorso (in totale, si tratterà del 16,3 percento delle assunzioni complessive).
Per ricercatori della Fondazione Leone Moressa «il calo delle assunzioni di stranieri da parte delle imprese è un chiaro segnale del periodo di crisi attraversato dal mondo produttivo italiano. L’assunzione di 138mila stranieri contribuirà solo in maniera marginale ad alleviare le perdite occupazionali che hanno caratterizzato questo ultimo biennio; infatti, la maggior parte dei 304mila disoccupati stranieri registrati nel primo trimestre 2011, con molta probabilità non riuscirà a trovare, in tempi brevi, una nuova occupazione, correndo il rischio di cadere nell’irregolarità solo per il fatto di non riuscire a trovare lavoro».
È indubbio che si tratti di un fenomeno congiunturale: storicamente, l’occupazione straniera ha sempre riguardato soprattutto il settore dell’edilizia e dei servizi, e il primo comparto è in evidente sofferenza. Nel dettaglio, sono prevalentemente le imprese sopra i 50 dipendenti (40,1 percento) a ricercare manodopera straniera, da impiegare appunto nelle costruzioni (18,2 percento), richiedendo operai specializzati (26,9 percento) soprattutto se maschi (45,3 percento). La propensione all’assunzione di manodopera straniera rimane più elevata nelle aree del Nord e del Centro rispetto al Sud: infatti, se in Emilia Romagna e in Piemonte l’incidenza dei nuovi assunti stranieri supera il 19% del totale (e in Trentino Alto Adige arriva addirittura al 27%), in Puglia, Sicilia e Sardegna appena una nuova assunzione ogni dieci riguarderà uno straniero. E infatti sono Mantova, Parma e Ravenna le province con il maggior peso di assunti stranieri rispetto al totale delle assunzioni previste.
In ogni caso, si tratta di un quadro reso ancor più grave se si considerano le proiezioni che la stessa Fondazione Moressa aveva presentato a luglio scorso. Nello studio si presentava il bilancio del primo semestre dell’anno, quando l’occupazione straniera nelle aziende con meno di 20 dipendenti è aumentata (+2,4 percento) rispetto al semestre precedente e si prevedeva addirittura un ulteriore incremento nell’ultima parte di quest’anno (+2,6%). E pensare che la Fondazione segnalava come l’edilizia fosse stato il settore responsabile dell’incremento maggiore dell’occupazione, anche se l’istituto prevedeva che nella seconda parte dell’anno lo stesso comparto avrebbe perso lo 0,6 percento di occupati stranieri. E invece, è andata molto peggio.
