Il risultato? Il gentil sesso vuole assomigliare sempre di più agli uomini, perdendo disponibilità e soprattutto cordialità, specialmente in ufficio.
«Per quanto riguarda il lavoro – sottolineano Maurizio Sarmenghi e Federico Bencivelli, coordinatori della ricerca – negli ultimi dieci anni si è assistito a un sostanziale “allineamento” tra uomini e donne; queste ultime assomigliano sempre più agli uomini e viceversa».
Utilizzando un apposito test messo a punto da RH Comportment Parigi, su un campione di 660 uomini e 540 donne, gli esperti hanno calcolato l’intelligenza emozionale di maschi e femmine basandosi su cinque parametri: empatia; maturità emozionale, sensibilità, cordialità ed esteriorizzazione dei sentimenti.
«Stiamo assistendo a un appiattimento verso il basso, sia per le donne che per gli uomini. Il risultato sono relazioni peggiori sul lavoro, persone chiuse in se stesse, appesantite da fatica e senso di isolamento, autoriferite, e soprattutto senza una vera progettualità professionale e personale», spiegano Sarmenghi e Bencivelli.
Negli ultimi anni mentre gli uomini si sono addolciti, le donne si sono inasprite: la sensibilità delle prime è passata da un punteggio di 7 a 1,3, contro quella dei secondi che è aumentata da -0,1 a 5,7.
«È come se le due metà del cielo, avessero perduto le rispettive caratteristiche peculiari con il risultato di mandare in scena comportamenti uniformi» concludono Sarmenghi e Bencivelli.