Allarme “social network”. Lo lancia la baronessa Greenfield, direttrice della Royal Institution of Great Britain, (organizzazione di educazione scientifica e ricerca con sede a Londra dal 1799). E i quotidiani inglesi lo diffondono.
Sostiene Susan Greenfield che questi popolarissimi siti (Facebook ne è l’esemplare più noto) indeboliscono le menti degli utenti, in particolare quelli meno culturalmente attrezzati, come i bambini. Si rischia, inoltre, che le nuove generazioni vengano su motivate solo a vivere davanti ad uno schermo.
Secondo la Greenfield, e secondo gli studi che il suo istituto ha commissionato, i bambini delle nuove generazioni potrebbero essere ossessionati da internet e perdere la capacità di concentrarsi e comunicare lontani dal computer. I social network rischiano di pregiudicare la socialità vera dei ragazzi. I teenagers passano circa 31 ore ogni settimana davanti al pc e le conversazioni in chat stanno prendendo il posto dei “faccia faccia”.
Aggiungono gli studiosi del Royal Institute: ” Bisogna che il dialogo, soprattutto tra i giovani, sia reali ed avvenga il più possibile di persona.”
Qualche mese fa la stessa Greenfield aveva richiesto con urgenza maggiori ricerche per verificare una possibile connessione tra un uso del computer troppo elevato da parte dei ragazzi ed il rischio di autismo.
fg